«La Bitta» volta pagina e restituisce la Michelin

«La Bitta» volta pagina  e restituisce la Michelin

(...) che in prevalenza «sa» di pesce appena pescato senza mettere in seconda fila le preparazioni a base di sontuoso fassone piemontese. Adesso, inoltre, Salvatore e mamma Rosa Visciano hanno inserito nuove proposte e ritoccato l’arredamento in modo da renderlo funzionale sia per la cenetta a due, sia per incontri conviviali di gruppo. Infine, hanno dato una sforbiciata ai prezzi per proporsi a una clientela meno formale, anche se altrettanto esigente quando si tratta di gustare la qualità elevata a sistema. Ecco, la qualità. Solo quella è rimasta identica, quella di prima, quando in sala e in cucina c’era lui, Raffaele Balzano, e quando il ristorante si chiamava «La Bitta nella pergola» e si fregiava della stella Michelin e attirava buongustai dall’Italia e dall’estero. Ecco, la qualità. Solo quella non è cambiata dopo la piccola, grande «rivoluzione» voluta da mamma Rosa e dal figlio Salvatore. I quali, però, per dovere di correttezza - roba d’altri tempi! - hanno restituito la stella così ambita «perché così si deve fare, quando si cambia nome e si fanno scelte diverse nel locale». La stella, in fondo, l’aveva conquistata Raffaele, e l’aveva difesa strenuamente a suon di successi, servizio impeccabile, materie prime sceltissime, sapiente creatività e innovazione. Fino al dicembre scorso, quando si è staccato per la prima volta e per sempre da Rosa e da tutti gli amici che gli volevano bene come chef e come uomo. «Ma Raffaele era La Bitta nella pergola - conferma Rosa -. E la Bitta nella pergola se n’è andata con lui». Rassegnarsi? Mai. Proprio in nome suo. «Ci siamo detti: cambiamo e ripartiamo» spiega Salvatore, già esperto come sommelier, ma anche tra i fornelli e in sala. Da qui, dopo una breve pausa di riflessione, la scelta di inaugurare «A due passi dal mare», in via Casaregis 52 r. (telefono 010.588543). Dove si possono apprezzare - alla sera, escluso lunedì, dalle 19 alle 24, dove le 24 significa cucina aperta! - leccornie come la calamarata con ragù di baccalà, bottarga e pomodoro fresco (12 euro di eccellenza), i paccheri al ragù di astice (sempre 12 euro), il polpo con misticanza olive e basilico (14 euro), il tonno speziato in padella con caponata (16 euro) o il filetto al vino rosso Granaccia (18 euro), e per finire il tiramisù in trasparenza o la crema di latte con coulisse di fragole (entrambi a 6 euro).

E se preferisci una selezione di salumi, ti trovi davanti agli occhi le specialità piemontesi della Corte di Brignano, salame nobile del Giarolo. Dieci euro di gusto, e dieci stelle - altro che una sola! - di autentica sfiziosità.

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