Blitz contro gli spacciatori tra gli applausi della gente

L’incursione alle 8,30 in uno stabile di via Pasteur

«I residenti, fermi sui pianerottoli della scala, ci gridavano: “Benvenuti”! “Tornate ancora!”... E poi si sono messi ad applaudire. Addirittura una signora ha iniziato a piangere ed era talmente fuori di sé dalla gioia che voleva invitarci a pranzo. Emozionatissima, continuava a ripetere: “Ci avete liberato! Ci avete liberato dall’andirivieni di tutti questi spacciatori e dei loro clienti!”».
Erano le 8.30 di ieri quando due poliziotti del nuovo commissariato di Villa San Giovanni e due loro colleghi delle pattuglie di quartiere, accompagnati da un cane antidroga dell’unità cinofila del reparto mobile, sono entrati decisi, diretti in un ben preciso appartamento al pianterreno di uno stabile di via Pasteur. Quando hanno aperto la porta l’odore di droga indicava che «la festa» era terminata da poco. Il padrone di casa - un eroinomane «storico» - ospitava altre sei persone, 4 uomini (di cui 2 marocchini) e due donne.
«Il cane sembrava pazzo, sentiva la droga impregnata ovunque. Si è buttato sopra una ciotola di croccantini appoggiata a una credenza e destinati al cane del padrone di casa. Credevamo volesse mangiarli, ma non li ha toccati: era interessato a raggiungere il bilancino di precisione (rotto e perciò non riconducibile allo spaccio) occultato all’interno della credenza - spiegano i poliziotti -. Nell’abitazione e addosso a quei sette abbiamo trovato solo modesti quantitativi di droga, per uso personale. Ma c’erano ovunque dei cilum (la tipica pipa usata per fumare lo stupefacente, ndr): li avevano ricavati persino da confezioni di succo di limone!».
«Erano tutti senza documenti, così li abbiamo portati in questura. Inoltre, abbiamo indagato i marocchini e una delle donne perché i primi erano entrambi irregolari e lei aveva il foglio di via. Infine - concludono i poliziotti - dopo averli segnalati tutti in prefettura come assuntori di stupefacenti, abbiamo sospeso loro la patente e proibito l’espatrio con ogni tipo di documento».
Gli spacciatori, i drogati, il degrado. Fino a qualche mese fa erano questi il male «vero» di tutta quell’area che da viale Monza va fino a via Pasteur, via Guinizelli, via Temperanza, via Termopili, via Pietro Crespi e via Giacosa, fino a congiungersi con via Padova. E adesso non è certo finita. Tuttavia il lavoro dei poliziotti del nuovo commissariato di villa San Giovanni - fortemente voluto dal questore Vincenzo Indolfi, dal sindaco Letizia Moratti, dal vice sindaco Riccardo De Corato, ma soprattutto dai residenti della zona per combattere lo spaccio e tutto l’indotto che ne deriva - sta dando i suoi frutti. Quarantasei persone guidate dal vicequestore aggiunto Maria Antonietta Scarinci che, con quattro poliziotti di quartiere, stanno svolgendo operazioni mirate di controllo e «pulizia» del territorio. La gente sta imparando a fidarsi di loro.
«Sono sempre presenti - ci spiega una residente agguerrita, Rosastella V., 46 anni, insegnante in una scuola elementare e madre di due bambini, sempre in prima linea nel “comitato di viale Monza” e durante le manifestazioni e le fiaccolate dell’inverno scorso contro gli spacciatori -. E credo che la gente del quartiere dovrebbe rivolgersi a loro in maniera più costante e fiduciosa anziché chiamare sempre e solo il 113.

Intanto aspettiamo con ansia l’incontro che, a breve, avremo con il prefetto e il vicesindaco. E l’installazione delle telecamere promesse dal Comune. Ma su di loro, sui polizotti, niente da eccepire: fanno tutto il possibile per ripulire la zona dagli spacciatori e permetterci una vita dignitosa».

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