da San Sicario
È mezzanotte passata quando il direttore tecnico dell'Austria, Markus Gandler, esce dallo chalet di San Sicario in cui risiede la squadra di biathlon. Ha gli occhi sgranati di chi non si capacita per quanto sta accadendo. Dice: «Gli atleti sono tutti sotto choc... All'improvviso sono entrati in casa 20-30 carabinieri, non so che cosa cercassero. Sto facendo la spola tra qui e Pragelato». Gandler, così dicendo, conferma che l'operazione notturna coordinata dal procuratore capo di Torino Marcello Maddalena, dal procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, i sostituti Sara Panelli e Gianfranco Colace e, a Pinerolo, dal pubblico ministero Ciro Santoriello, riguarda anche la squadra di fondo austriaca. Più tardi si saprà che loperazione antidoping ha riguardato altri siti olimpici dove è presente la nazionale austriaca, anche Torino e Sestrière. «Non ho proprio la minima idea di che cosa la polizia italiana stia cercando. Siamo tutti sotto choc», ripete però il tecnico. Gandler non sa ancora che il Cio ha appena diramato una nota ufficiale in cui sottolinea di aver avvisato la Procura torinese dopo aver ricevuto un report dallAgenzia mondiale antidoping (la Wada) in cui si segnalava la presenza in Valle di Susa di Walter Mayer, ex ct della nazionale di fondo, già squalificato dalla Fis per una vicenda di doping avvenuta a Salt Lake City 2002 e squalificato fino al 2010.
Durante il blitz dei carabinieri in borghese, almeno una decina dalle prime indiscrezioni, gli atleti austriaci sono stati tutti radunati nella hall dello chalet di San Sicario, nella saletta di solito utilizzata per guardare la televisione. Poco prima della mezzanotte, informati di quanto stava accadendo, sono giunti nella casa austriaca anche il segretario generale della Federazione d'Oltralpe Klaus Leistner, accompagnato dall'allenatore Alfred Eder. Entrambi si trovavano a casa-Austria che è ubicata al Sestrière. Avuta notizia del blitz degli inquirenti italiani si sono precipitati al quartier generale del team di Biathlon, cercando di parlare con gli stessi inquirenti.
Solo a tarda notte si è saputo che oltre alle operazioni di rito a San Sicario (di ogni atleta o tecnico o membro dello staff sono stati controllati i documenti) in attesa dellarrivo del sostituto procuratore Raffaele Guariniello, a Sestriere sono anche scattati dei test antidoping a sorpresa che hanno coinvolto gli atleti austriaci del biathlon e del fondo. Tutto si è comunque sempre svolto sotto il controllo dei vertici della squadra austriaca.
Il fascicolo sarebbe stato aperto per violazione della legge 376 sul doping che, vale ricordarlo, non punisce solo gli atleti trovati positivi al doping o con sostanze dopanti, ma anche chi «favorisce lutilizzo di farmaci e sostanze vietati». Ovvero, i medici. Dunque, siamo di fronte a un blitz in perfetta regola, un blitz che ha visto atleti già in pigiama e assopiti o rilassati davanti alla tv finire sotto interrogatorio e sotto esame. Un blitz dai contorni quasi cinematografici per via degli zero gradi allesterno, dello chalet isolato, della caccia al guru misterioso visto aggirarsi nei paraggi del team austriaco. Di più: fino a che non è arrivata la nota ufficiale del Cio in cui il Comitato si assumeva la responsabilità di aver fatto scattare gli accertamenti, qualcuno ha malignato che fosse un modo molto italiano per mettere in difficoltà gli austriaci visto che si era alla vigilia della staffetta 4 per 10 maschile di fondo in programma stamane.
Fatto sta che il pensiero è subito andato ai blitz tristemente celebri effettuati durante i Giri dItalia, ai farmaci lanciati fuori dalle finestre.
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