Bolletta dell’acqua troppo salata, il sindaco chiude le fontane

RISPARMIO La gente protesta ma Cattaneo replica: «Preferisco usare quei soldi per gli anziani»

Bolletta dell’acqua troppo salata, il sindaco chiude le fontane

Calma con lo spreco di ogni cosa, dunque pure dell’acqua. Fontane chiuse a tempo indeterminato. I sindaci invitano attraverso manifesti affissi e ben in vista i loro cittadini a limitarne drasticamente il consumo per bagnare orti e giardini. Allora il primo cittadino di Ceriano Laghetto, lui per dare il buon esempio, si è adeguato. Nel caso non tanto perché manca. Quanto perché costa. Il bilancio del comune segnala altre priorità. Allora in periodo di crisi economica, anche l’acqua diventa un lusso. Esagerato. E viene erogata con il contagocce. In quanto ad austerità, il Comune di Ceriano Laghetto ha battuto tutti. Per risparmiare i ventimila euro necessari per pagare la bolletta dell’acqua, quella dell’energia elettrica e la manutenzione, Dante Cattaneo, il sindaco, da un giorno all’altro ha spento tutte e due le fontane di del paese. Gli ultimi zampilli sono usciti l’altro giorno. In questo modo, di punto in bianco, il piccolo comune si è ritrovato completamente a secco. E i suoi 6.222 abitanti hanno dovuto dire addio non solo agli unici due punti di refrigerio in una stagione dell’anno in cui la temperatura sfiora i 35 gradi all’ombra, ma anche a due costruzioni di un certo pregio architettonico che abbellivano, con una complessa coreografia di zampilli e giochi d’acqua, il centro storico: la fontana di piazza Diaz ricreava l’ambiente degli antichi lavatoi, tuttora diffusi in un paesino ancora legato alle vestigia contadine. La fontana del «giardinone», il bel parco civico dietro il municipio invece, riproponeva in piccolo l’atmosfera dell'antico laghetto di Ceriano. Fino alla decisione del primo cittadino. Tra le polemiche, i contrasti e le accuse d’esagerazione. In particolare si fa sentire la protesta delle famiglie che trascorreranno tutta l’estate in Brianza, e ora non sanno più come sfuggire al solleone: «Ha vinto e hanno il diritto di amministrare come meglio credono - protesta una mamma -. Io però quelle fontane non le avrei spente. Ci sono mille altri modi di risparmiare ventimila euro». Ma il sindaco del Carroccio, e con i suoi 26 anni, secondo più giovane d’Italia è irremovibile: «Ci dispiace, ma con questa crisi economica la gestione oculata dei soldi pubblici è più che mai un dovere.

Quando ho scoperto che la fontana di piazza Diaz costa, solo per l’acqua, oltre mille euro il mese, e che l’altra fontana richiede complesse e onerose opere di manutenzione, non ci ho pensato due volte: ho chiuso i rubinetti. Preferisco investire una cifra importante come ventimila euro per servizi vitali come l’aiuto agli anziani alle famiglie senza lavoro, ed ai disabili».

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