(...) «Sono tempi difficili, ma stiamo rispettando il programma - dichiara a margine della cerimonia - le altre due unità previste, per arrivare alle sei, saranno finanziate, i soldi ci sono. Nessuno ha detto poi che le altre quattro navi non si faranno, anzi. Si è solo detto che la decisione finale è spostata da qui a tre anni. La Marina ha necessità di avere una linea di dieci nuove navi, questo è fuori discussione, nel 2014 decideremo come sviluppare questo programma. Magari si potrà pensare di realizzare una versione più semplice di questa classe o di mantenere il programma attuale. Per fortuna - insiste Cossiga - si tratta di un progetto sviluppabile in cui possiamo intervenire modulandolo secondo le necessità. Ma i programmi della Difesa con Fincantieri non sono limitati a questo, stiamo portando avanti il piano di costruzione degli altri due sommergibili e cè la necessità di una nuova unità logistica e delle nuove navi da sbarco, che poi in realtà sono unità polivalenti indispensabili nei contesti in cui andremo ad operare. Abbiamo un grande interesse a proteggere unazienda leader che è strategica per lo Stato, creando opportunità per operare sui mercati internazionali come già avviene».
La crisi generale ha portato a minori commesse, così sui poli produttivi di Fincantieri è caduto lo spettro della cassa integrazione e del ridimensionamento. Il polo dedicato alle produzioni per la Difesa, cioè Riva Trigoso-Muggiano, regge e da tempo si è aperto a costruzioni civili, ma non basta per salvare quello che un tempo era il vanto dellindustria cantieristica italiana. Sul futuro della presenza di Fincantieri in Liguria lamministratore della società, Giuseppe Bono, conferma la rotta dellazienda: «Non ho mai detto che voglio chiudere cantieri e licenziare 2.500 persone, specialmente se parliamo di Riva Trigoso che è parte della storia industriale dItalia, ma è anche un polo molti-produttivo unico che sarebbe folle perdere. Ma bisogna essere realisti, il gruppo ha una capacità produttiva superiore a quella che la domanda può saturare. Sino ad oggi, visto che siamo unazienda in attivo e senza debiti, abbiamo garantito la continuità, ma non potrà essere la regola. A settembre, per Riva Trigoso in cui sarà necessario parlare di integrazioni con il Muggiano, ci dovremmo mettere attorno ad un tavolo, tutti i soggetti, e ragionare sulla strategia del futuro, di investimenti (compresa una nuova viabilità) e di programmi industriali. Speravo di fare già un annuncio per nuove commesse, ma per prudenza voglio aspettare di avere i soldi in tasca». Si tratterebbe di navi militari per due paesi stranieri da costruire in Italia.
Ma a Riva Trigoso cè stato anche tempo di parlare dellaccordo per il ribaltamento mare dello stabilimento di Sestri Ponente. «Non cè stima reale sul costo effettivo di 70 milioni, sono ipotesi, ma al contrario - aggiunge il sottosegretario Francesco Belsito - i 50 milioni per loperazione del ribaltamento a mare ci sono. Limpegno del Governo cè». La nuova unità, lunga 139 metri per un dislocamento di 5.900 tonnellate, sarà consegnata alla Marina Militare nei primi mesi del 2012, dopo gli allestimenti a Muggiano. È la prima italiana della serie Fremm (Fregate Europee Multi Missione), commissionate a Fincantieri dalla Marina Militare Italiana nell'ambito dell'accordo di cooperazione internazionale italo-francese. Questa cooperazione ha capitalizzato l'esperienza positiva del precedente programma italo-francese «Orizzonte» che ha portato alla realizzazione di due nuovi cacciatorpediniere per la Marina italiana, lAndrea Doria e il Caio Duilio.
«Particolarmente orgoglioso, nelloccasione, di aver contribuito al salvataggio del cantiere di Riva Trigoso» si dichiara lonorevole Michele Scandroglio, Pdl, che apprezza «sinceramente le parole dellamministratore delegato Bono che ha con coraggio annunciato di voler portare il confronto nella sua sede naturale: la dialettica tra impresa e forze sociali, senza dimenticare il territorio e gli Enti che lo governano.
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