Se il 2021 è stato l'anno del decollo, il 2022 è stato quello del consolidamento per la finanza sostenibile italiana ed europea. Non più moda, non più a rischio bolla, standardizzatasi sugli alti e i bassi del mercato globale la finanza basata sui criteri Esg e sul legame tra sostenibilità e sviluppo si è standardizzata e sta acquisendo logiche più precise. In Europa l'attenzione data da investimenti sostenibili normati tramite la Tassonomia Green dell'Unione Europea ha permesso un avanzamento sistemico. Su scala globale il mercato Esg ha subito la sua prima fase di alti e bassi, segno tutt'altro che negativo del fatto che gli investitori sono usciti dall'approccio "entusiasmico" e hanno acquisito standard più pragmatici.
Vediamo ora nel 2023 cosa le istituzioni di finanza sostenibile devono fare e i trend che andranno monitorati per dare ulteriore strutturazione al sistema.
Dati chiari per la finanza sostenibile: l'Esma detta la linea
Il primo trend chiaro da seguire sarà quello sulla corretta valutazione dei dati Esg su scala sistemica. Il nesso tra qualità Esg di un investimento e effettivo impatto dei fondi garantiti a titoli e azioni di questo tipo su una reale sostenibilità dello sviluppo sarà oggetto di scrutinio da parte delle autorità di vigilanza.
Nel suo Annual Work Programme (Awp) per il 2023 anche l'Autorità europea per la stabilità dei mercati finanziari (Esma) ha messo la qualità dei dati degli investimenti Esg come una priorità di scrutinio: "L’Annual Work Programme 2023 è il primo programma di lavoro sviluppato nell’ambito della strategia dell’Esma per il periodo 2023-2028 – ha scritto nella prefazione del documento il presidente dell'Esma, la tedesca Verena Ross – e vedrà l’Esma impegnata, tra le altre cose, a realizzare le priorità stabilite nella nostra sustainable finance roadmap, ad adattarsi alla digitalizzazione dei mercati finanziari e a migliorare l’accesso e la qualità dei dati". Ross ha ricordato che "una parte fondamentale della nostra mission è migliorare ulteriormente la protezione degli investitori al dettaglio e lo faremo promuovendo la convergenza delle pratiche di vigilanza e regolamentazione in tutta l’Ue".
L'attenzione al "capitale naturale"
Un secondo tema chiave sarà la conservazione del capitale naturale, ovvero un legame diretto tra gli investimenti per la sostenibilità ambientale, sociale e di governance e la riduzione del consumo di quello che già Luciano Gallino indicava come la frontiera ultima del capitalismo finanziario, ovvero il sistema di beni comuni sociali e economici legati alla natura.
"Oggi utilizziamo ogni anno risorse equivalenti a quelle fornite da 1,7 Terre, spingendoci sempre più verso un deficit di capitale naturale e intensificando le minacce che il degrado degli ecosistemi globali comporta", scrive Esg News. "Secondo alcune stime, ogni anno si perdono circa 10.000 miliardi di dollari di valore del capitale naturale, sottolineando le passività nascoste che si accumulano nell’economia globale": compito della finanza sostenibile sarà invertire la rotta.
La lotta alle disuguaglianze
Oltre all'ambiente, gli investimenti Esg dovranno analizzare anche la "S" di questa sigla: il versante sociale. La finanza sostenibile è tale se concilia sviluppo dell'ambiente, crescita e inclusione finanziaria, riducendo le barriere all'entrata e le disuguaglianze nell'approccio al mercato. Dunque emancipando, come fatto dal microcredito nei Paesi in via di sviluppo, le persone da bisogni sempre più cogenti.
Dialogando con ilGiornale.it, l'economista Fabrizio Barca ha ricordato il nesso tra vie sostenibili allo sviluppo e inclusione sociale. Gli investimenti Esg per essere davvero sostenibili dovranno favorire una riduzione del costo dei servizi per i cittadini in termini di accesso ai servizi energetici, digitali e a una qualità della vita decorosa, pena il diventare l'ennesimo prodotto finanziario senza ricadute reali.
Impact investing, la nuova forma di finanza sostenibile
Coinvolgere stakeholder e operatori sarà, secondo Andy Howard, Global head of sustainable investment di Schroders, una chiave vincente per la finanza sostenibile. Prenderà sempre più piede l'impact investing, mirato a precisi scopi dinamici di sviluppo sociale e che può essere un utile nesso per veicolare la finanza sostenibile nei territori, come insegna il caso italiano delle fondazioni bancarie.
Questo renderà giocoforza gli investitori sempre più "attivisti", come del resto ha già studiato Fondionline: "L’azionariato attivo sarà quindi una componente importante delle strategie. Un sondaggio su oltre 700 investitori istituzionali nel 2022 ha rilevato che il 48% si concentra sull'impatto dei propri investimenti, rispetto a circa un terzo (34%) nel 2020. Questo trend è destinato a proseguire".
La lotta al greenwashing
Ultimo, ma non meno importante, dei fronti quello della lotta al greenwashing e agli investimenti "sostenibili" solo di facciata. Ovvero alla ripulitura green di aziende inquinanti, alle iniziative spot sui diritti dei lavoratori, alla sostenibilità presa come moda.
In Europa la lotta al greenwashing industriale è più avanti rispetto alla sfida al greenwashing in finanza e investimenti. Come spiega il portale Economia Circolare, "nel 2021 il network della Consumer Protection Cooperation ha pubblicato il suo annuale Sweep, una procedura per garantire l’applicazione delle leggi europee. Su 344 affermazioni a rischio greenwashing, si è scoperto che nel 42% dei casi le affermazioni erano esagerate, false o ingannevoli e potrebbero potenzialmente qualificarsi come pratiche commerciali sleali". Un analogo controllo sulla finanza e la fine reale degli investimenti sostenibili è vitale.
Ormai non si può più parlare di ingenuità o settori ancora in maturazione, ma di sfide sistemiche da governare con serietà. E tutti questi cinque trend saranno cruciali per portare all'incasso la definitiva crescita della finanza sostenibile, se sviluppati complementariamente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.