Saras ha chiuso il 2023, l’ultimo bilancio dell’era Moratti prima della vendita alla svizzera-olandese Vitol firmata a febbraio, con un risultato netto comparable di 325,4 milioni, in calo del 54% rispetto ai 709,8 milioni dell’anno prima. Il risultato netto reported è stato a 313,9 milioni (416,9 milioni nel 2022), con minori oneri finanziari e imposte; in frenata però anche i ricavi a 11.443 milioni (15.836 milioni). Il marcato decremento è legato sia al contesto sia ai minori volumi prodotti e venduti, ha sottolineato la stessa Saras che tuttavia ha spinto gli investimenti a 224,4 milioni (105,7 milioni) e può contare su una posizione finanziaria netta positiva per 202,7 milioni (268,6 milioni a fine 2022). Il cda proporrà all’assemblea, convocata per il 29 aprile, di distribuire un dividendo di 0,15 euro per azione.
La presentazione dei conti ha offerto l’occasione al presidente Massimo Moratti (nella foto) per tornare sulla decisione di cedere le storiche raffineria di famiglia a Vitol: il primo 35% del capitale di Saras è passato di mano per 588 milioni nell’ambito di una operazione che, Opa compresa, valorizza la società 1,68 miliardi. «Desidero evidenziare l’importante operazione» con cui Vitol acquisirà il controllo del Saras «dopo 62 anni dalla fondazione, avvenuta ad opera di mio padre. È stata una scelta molto difficile e carica di emozioni, ma compiuta per il bene del gruppo», ha rimarcato Moratti. «Ringrazio tutte le persone che, con dedizione e impegno ci hanno accompagnato in questo lungo cammino, e sono certo che anche nel nuovo assetto proprietario troveranno ulteriori occasioni di sviluppo», si è congedato Moratti.
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