Al servizio della biodiversità: le ricadute concrete della finanza sostenibile

Sempre più prodotti finanziari incorporano il tema della difesa della biodiversità. Il nuovo fronte della sostenibilità è vincolare rendimenti e tutela diretta della natura

Al servizio della biodiversità: le ricadute concrete della finanza sostenibile

Quando si parla di finanza sostenibile uno dei temi che - legittimamente - vengono posti è quella della concretezza degli impatti degli investimenti Esg: ebbene, sul fronte della conservazione della biodiversità tali risultati sono verificabili in forma diretta.

Nell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite sviluppata alla Cop26 di Parigi gli obiettivi 14 e 15 dell’Agenda sono proprio orientati al tema della tutela della biodiversità aprendo i sistemi politici ed economici a lavorare per una gestione sostenibile dell’ecosistema marino e terrestre, a combattere la deforestazione su scala globale, a contrastare la desertificazione degli ambienti boreali e a impedire l’aumento dell'acidificazione degli oceani. Promuovendo al contempo una gestione sistemica dello stock di biodiversità già colpito duramente da quello che molti scienziati indicano il sesto periodo di estinzione di massa della storia terrestre.

L'Ocse stima che già oggigiorno la perdita di biodiversità globale da qui al 2050 non sarà inferiore al 10% mantenendo il "business as usual". E incorporare negli obiettivi della finanza sostenibile temi come la gestione della biodiversità e la lotta al decadimento delle popolazioni di animali, piante e altri esseri viventi può aiutare anche a conseguire risultati economici più a lungo raggio del semplice focus sullo sviluppo sostenibile. Parlare dell'importanza di temi come la preservazione delle foreste, "polmoni verdi" del pianeta, o il contenimento del declino della popolazione delle api non solo per la custodia della biodiversità ma anche per le ricadute di sistema su scala globale è questione strategica. E la finanza Esg non può non incorporare tali aspettative.

In quest'ottica una strategia organica sta venendo costituita da più organizzazioni o governi. Emissioni finanziarie legate a precisi ed espliciti obiettivi di tutela della biodiversità sono sempre più diffuse. Nella giornata del 17 gennaio, per fare un esempio, Inditex e il Wwf hanno firmato a Ginevra un accordo di collaborazione triennale con l'obiettivo di investire nel ripristino e nella conservazione della biodiversità.

La multinazionale guidata da Amancio Ortega, specializzata nella moda e soprattutto nel fast-fashion, da tempo vuole ridurre notevolmente la sua impronta ecologica ed erogherà un totale di 10 milioni di euro nel corso del triennio 2023-2025 per tutelare nove siti di interesse faunistico o forestale. Tra questi la Riserva Naturale Cratere degli Astroni, in provincia di Napoli, devastata da una serie di incendi nel 2017 e che il Wwf vuole ripristinare assieme alla sua ricca fauna di uccelli, insetti, mammiferi, rettili e anfibi. Con questo progetto Inditex vuole migliorare il suo rating Esg per future emissioni "verdi" di obbligazioni.

Il Brasile, come riportato su queste colonne, è invece pronto a emettere un bond "verde" finalizzato alla tutela della Foresta Amazzonica, principale polmone verde della Terra. Il governo di Lula da poco insediatosi vuole fare della lotta al degrado ambientale un volano per la sua strategia e un piano di crescita e sviluppo e, ha scritto Yahoo News, intende "riaffermare le sue credenziali climatiche globali vendendo un'obbligazione in cui gli interessi che paga ai creditori dipendono dal fatto che il Paese protegga la foresta pluviale amazzonica".

In Italia, infine, di recente UniCredit si è impegnata a far fronte al problema della conservazione della biodiversità inserendo dei target di tutela ambientale nella sua strategia industriale entro il 2024. E l'Ocse ricorda che mediamente hanno un valore compreso tra i 4 e i 5 miliardi di dollari le obbligazioni emesse con l'obiettivo funzionale della tutela della biodiversità su scala globale dal 2020 a oggi. "Preservare la biodiversità e tutelare cibo e suolo sono investimenti non solo per contrastare la crisi climatica, si tratta di un mercato quello dato dalla tutela della biodiversità del valore di 4.

500 miliardi di dollari entro il 2030", nota Canale Energia analizzando i dati del Pictet Asset Management dell’Institute of International Finance. Il benessere sarà, dunque, non solo ambientale ma anche economico. Perché una vera finanza sostenibile può essere tale solo se produce risultati in tutte le dimensioni.

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