Dopo le botte al corteo la sede del Torchiera va a fuoco nella notte

Dopo le botte al corteo la sede del Torchiera va a fuoco nella notte

Va a fuoco il Torchiera, la cascina del Demanio comunale occupata dal 1992 da un gruppo di studenti davanti al Cimitero Maggiore e da allora diventata centro sociale. Ieri all’alba - erano le 4 - quattro squadre dei vigili del fuoco sono intervenute sul posto dopo che un residente della zona aveva telefonato al loro centralino per segnalare la cascina in fiamme. Un incendio sospetto, anche perché si è sviluppato in tre punti diversi dello stabile: il laboratorio di arte e musica al piano terra, il primo piano e il sottotetto. E se è vero che l’edificio è vetusto (da anni si pensa a una demolizione) è comunque singolare che l’impianto elettrico, individuato dai pompieri come possibile principale causa delle fiamme, abbia dato forfait in contemporanea in zone completamente differenti della costruzione.
Mentre i pompieri spegnevano le fiamme domate in poco più di un’ora, sul posto è arrivata anche la polizia che al Torchiera ha trovato un clochard italiano, svegliatosi solo all’arrivo delle sirene dei vigili.
«Abbiamo puntellato l’edificio - spiegano i vigili del fuoco -. Strutture così vecchie creano grandi problemi dopo un incendio di queste dimensioni».
Sul rogo sta indagando la polizia. Nel mirino, nel caso si accertasse al cento per cento il dolo, il possibile coinvolgimento di altri centri sociali. In particolare dopo quanto è accaduto giovedì scorso in città durante la manifestazione degli studenti e dei centri sociali. Un corteo difficile da gestire. Basti pensare che durante gli scontri tra i manifestanti e la polizia, all’angolo tra via Santa Sofia e corso di Porta romana, un fumogeno ha colpito l’inviato del Fatto.it, Franz Baraggino, ferendolo al volto.
Quel fatto in particolare aveva creato frizioni tra i centri sociali e autonomi, Corsari e Kantierini da una parte e tutti gli altri schierati all’«opposizione». Dopo la manifestazione si era parlato di una sorta di regolamento dei conti tra i centri sociali più esagitati ma ideologicamente meno pericolosi (tra i quali c’è sicuramente il Kantiere) e gli altri autonomi che, proprio perché si rifanno a un pensiero più concreto e incisivo, non approvano l’inutile visibilità e i gesti forti come i lanci di fumogeni contro la gente durante una manifestazione. E, soprattutto, non sopportano i Corsari. È possibile quindi che questi ultimi o alcuni loro sostenitori o «amici» non abbiano sopportato la tirata d’orecchio dei fratelli maggiori. Tra i quali ci sarebbero anche gli autonomi del Torchiera.
Gli investigatori della polizia sono convinti che gli autonomi non avrebbero perso l’occasione per rivendicare, in qualche modo, un eventuale atto vandalico di vendetta come quello dell’incendio di un centro sociale come il Torchiera.

«O forse no - spiega un altro inquirente -. Forse appiccare un incendio in modo molto cauto al Torchiera, in modo da farlo sembrare addirittura un fatto accidentale, è un modo per mandare un messaggio solo a chi deve capire».

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