Di appassionati ne conta molti. Ma nel Lazio 450 di questi appassionati sono andati oltre e, pur di far girare le palle come si deve (da bowling, ben inteso), hanno deciso di tesserarsi a unapposita federazione. Di questi 450, poi, circa il 15 per cento si onora di indossare una maglietta a polo azzurra e bianca con appiccicata a sinistra un volatile che ai tifosi capitolini di sponda giallorossa non piace: sono i 70 irriducibili atleti dell«Associazione Dilettantistica Sportiva Bowling SS Lazio», società che fa capo alla polisportiva nella cui area gravitano i ragazzi di mister Delio Rossi. Settanta tesserati che si dividono fra Agonisti, Amatori e Studenti. Che, secondo le categorie della Fisb (la Federazione italiana sport bowling, cui la società biancoceleste aderisce), a loro volta si dividono fra esordienti, cadetti (serie D e serie C), eccellenza (serie B e serie A). Con un occhio di riguardo ai disabili, che allinterno della Lazio hanno una categoria. Sono le parole di un astro nascente del bowling capitolino, Stefano Napoleoni, classe 1965, da 5 dipendente di una delle più importanti società di Roma, lAma, di cui Stefano è pure portabandiera in questo sport. «Perché - spiega - ogni atleta può gareggiare sia per la propria squadra, sia per difendere i colori della propria azienda, naturalmente se al suo interno vi è il gruppo del bowling».
Le mogli, poi, si sa, possono non amare i «diversivi» dei mariti, soprattutto quando si parla di sport. Così può succedere che di fronte a un «cara, stasera vado ad allenarmi», le «bocce» (non certo quelle da bowling) possano girare prima di entrare in campo. Nel caso di Stefano non è così, anzi: a sostenerlo Assunta, pure lei giocatrice oltre che collega, che da 3 anni lo incita a proseguire in questa avventura.
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