Bozzo (AutoScout24): «Usato da rilanciare»

MilanoSinora il mercato dell’auto usata è stato visto come una sorta di parente povero. Ma ora è giunto il momento di dare una sterzata. «Occorre recuperare valore da business prima considerati accessori», ha sottolineato Vincenzo Bozzo, country manager di AutoScout24, portale leader in Italia ed Europa di compravendita di vetture nuove e usate, in occasione dell’incontro «Il mercato dell’auto usata come leva strategica di business», che ha visto la presenza di Leonardo Buzzavo, docente all’Università Ca’ Foscari di Venezia, presidente di Quintegia e advisor di Icdp (International car distribution programme). «Se gestito attivamente - ha aggiunto Bozzo - il business dell’usato permette non solo di recuperare competitività nella vendita del nuovo, ma anche e soprattutto di impattare significativamente e positivamente sui bilanci aziendali». Punto sul quale si trova concorde Buzzavo, che parla anche di «molte più carte da giocare agli occhi dei consumatori, ponendosi come alternativa, nonché delle stesse Case automobilistiche». Il trend di vendite dal 2000 al 2009 ha visto però il nostro Paese arrancare dietro a Germania e Inghilterra, con oltre 6 milioni di unità vendute, e Francia con 5 milioni di auto usate. L’Italia si è fermata invece a quota 2,5-3 milioni di unità, con un «rapporto usato-nuovo» nello stesso periodo compreso tra 1 e 1,5 (1 vettura usata per una appena assemblata), dato che ancora una volta ci penalizza, ad esempio, nei confronti del Paese d’Oltremanica che ha navigato costantemente sopra quota 3. Non è difficile capire quali siano i fattori critici: i costi richiesti per il passaggio di proprietà, nell’ordine di 250 euro, l’elevata burocratizzazione legata al processo di acquisto, il mancato ricorso a soluzioni utilizzate altrove, dalle aste alle forme di connessione e interattività offerte da Internet. Presso i dealer italiani, informa ancora Buzzavo, i prodotti vengono fatti ruotare circa ogni 90 giorni, intervallo doppio rispetto alla Gran Bretagna. Ne deriva una diminuzione del valore residuo.

Anche il piano della comunicazione va rivisto, evitando quelle asimmetrie informative (scarsità di dati) che portano all’immissione sul mercato di una grande quantità di articoli di basso valore e che falsano, impoverendolo, il mercato stesso.

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