In un Paese dove risuona una perenne risata d'osteria e che ha elevato l'ignoranza a discreto status symbol, alla fine fa quasi piacere assistere al fallimento di una fiera del libro. Se poi l'orizzonte culturale della fiera spazia fra l'Hotel Le Dune di Sabaudia, i romanzi di Igiaba Scego e gli Optalidon che non sono più quelli di una volta, allora il sottile piacere diventa estasi. Personalmente, ai trionfi della destra preferiamo le disfatte della sinistra.
Ed è quello che è successo a Più libri più liberi, uno di quei luoghi che giustificano l'esistenza degli intellettuali che scrivono perché non hanno niente da dire e che hanno qualcosa da dire solo perché scrivono.
Comunque. Alla fiera dei piccoli editori diretta da Chiara Valerio, bravissima a spiegarti idee che non capisce usando parole che non conosce è successo di tutto: il filosofo condannato per molestie diventato star dell'edizione anti-molestie, il boicottaggio bluff di Zerocalcare, il flop di presenze, il calo di vendite e un impagabile regolamento di conti tra editori di sinistra, intellighenzia murgiana e la stampa femminista che prova a superare a destra la destra.
Però è indicativo. La sinistra politica è in crisi da tempo; ora inizia ad affogare quella culturale. Il compagno Bersani direbbe che è difficile fare il delfino quando l'acqua è finita.
Risultato. Chiara Valerio è già confermata alla guida della prossima edizione. Peccato. Per un momento abbiamo sperato in Guillermo Mariotto.
PS. Il problema non è avere «più libri». Ma di migliori.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.