Bpi-Abn: l’ultimo intoppo sono i pattisti

da Milano

L’ultimo intoppo sono stati i pattisti. E così ieri in tarda serata la firma per la cessione da parte di Popolare italiana della quota Antonveneta ad Abn Amro non c’era ancora e si continuava a trattare. È stata una domenica di attesa, di discussioni e di contatti tra i legali di tutte le parti: ieri in serata si era diffusa la voce che anche i pattisti alla fine avessero deciso, che si dovessero solo più trovare le soluzioni tecniche, ma proprio sulle piccole questioni legali sembra si sia incagliata la volata finale.
E pensare che tutti i grossi problemi sollevati dalla procura (le dimissioni di Fiorani, la ricerca del nuovo direttore generale, il distacco dichiarato dalla vecchia gestione) sembravano superati. Ma Abn per muoversi sembra voglia avere la sicurezza che tutte le parti abbiano raggiunto l’accordo completo.
Secondo indiscrezioni che giravano ieri, il cda di Lodi aveva dato mandato a Giorgio Olmo per la massima flessibilità, compatibile con gli interessi della banca. E soprattutto va verificata la volontà dei pattisti di arrivare a una soluzione concordata. Ed è un momento delicato. La partita delle plusvalenze bloccate dalla procura e del prezzo delle azioni che la Bpi si sarebbe impegnata a pagare ai pattisti interessa molto, sembra, soprattutto a Ricucci, impegnato su molti fronti, non ultimo la Rcs.
Sembra che veramente il vertice dell’istituto di credito lodigiano sia deciso a voltare pagina per riprendere a lavorare senza più il peso dell’avventura padovana. Una svolta non facile, visto che fino a ieri lo stesso cda aveva dato carta bianca a Fiorani per le sue incursioni nel mondo bancario.

E il primo passo deve per forza essere la firma per la cessione delle azioni.
Che ieri sera non c’era ancora: ora si parla di questa mattina. Viene data quasi per certa: l’accordo di fondo ci sarebbe. Ma la firma avrebbe già dovuto esserci ieri sera.

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