Bpm taglia i costi: 400 uscite in tre anni

Il cda della Banca Popolare di Milano ha dato mandato al direttore generale di avviare l'atteso piano di riduzione dei costi che prevede, fra l'altro, una riduzione del personale di 400 unità attraverso esuberi volontari. Una decisione anticipata all'assemblea dei soci di sabato scorso e comunicata ai sindacati lunedì, che ha fatto salire ieri il titolo in Borsa del 4,01% a 4,15 euro.

Circa 280 dipendenti in uscita provengono dalla capogruppo Bpm e 120 dalle controllate Cassa di Risparmio di Alessandria e Banca di Legnano. Ma il numero di uscite alla fine potrebbe essere anche maggiore: i soggetti con i requisiti per usufruire delle «finestre» di prepensionamento nei prossimi anni sarebbero infatti, secondo alcune stime, circa 700. Il gruppo comunque punta a garantire la piena operatività della rete commerciale attraverso un turn over, anche per abbassare l'età anagrafica dei dipendenti. Prevista dal piano anche la ridefinizione dell'allocazione dei costi delle strutture centrali.

Dopo il via libera alla riforma dello Statuto richiesta dalla Banca d'Italia, la Bpm si avvia così a un processo di normalizzazione rispetto ai turbolenti recenti trascorsi. Ora si aprirà una fase di confronto con i sindacati per la definizione dell'accordo quadro in modo da far ricorso al fondo di solidarietà del settore bancario ma le attese sono per una trattativa piuttosto agevole.

Il direttore generale Fiorenzo Dalu vanta infatti una vicinanza ai principali sindacati del gruppo i quali hanno sponsorizzato la sua nomina dopo l'uscita dell'ex direttore generale Fabrizio Viola. Altro discorso sarà invece la nomina dei vertici in scadenza in primavera e dove non si registra ancora una convergenza sui nomi all'interno delle diverse componenti dei dipendenti-soci.

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