Bufera sul Pirellone, arrestato vicepresidente per tangenti su rifiuti

Il vicepresidente della Regione Lombardia, Franco Nicoli Cristiani, è stato arrestato per avere ricevuto una tangente da 100mila euro

Bufera sul Pirellone,  arrestato vicepresidente per tangenti su rifiuti

Il vicepresidente del Consiglio della Regione Lombardia, Franco Nicoli Cristiani, esponente del Pdl, è stato arrestato dai carabinieri di Brescia questa mattina all'alba nella sua casa di Mompiano. L'uomo si trova ora in carcere.

Sull'uomo, 68enne, grava un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dalla procura di Brescia, nell'ambito di un'inchiesta relativa a una presunta tangente da 100 mila euro, che avrebbe avuto lo scopo di "ammorbidire" i controlli. Le indagini che hanno coinvolto Cristiani erano iniziate otto mesi fa, coordinate dai pm Silvia Bonardi e Carla Canaia e hanno portato al sequestro di alcuni cantieri della Bre-be-mi, la nuova autostrada che collega le tre province lombarde di Bergamo, Brescia e Milano. L'attenzione si è concentrata in particolare sul cantier della "Biancinella", sotto il quale sarebbero stati sversati rifiuti, risultati nocivi al 95%, che avrebbero invece dovuto essere trattati.

Le ordinanze di custodia cautelareemesse riguardano anche altre nove persone, tra cui un altro imprenditore bresciano. Nicoli è accusato di corruzione e traffico illecito di rifiuti. È finito in manette anche il coordinatore degli staff dell'Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambiente) Giuseppe Rotondaro. Nelle indagini sarebbero state fondamentali le intercettazioni telefoniche.

Quattro delle dieci persone per le quali sono state emesse dieci ordinanze cautelari sono in carcere, per le altre sono stati disposti i domiciliari. Tra di esse l'imprenditore Pierluca Locatelli, attivo nel settore dei rifiuti e il coordinatore dell'Arpa, Giuseppe Rotondaro. Rotondaro avrebbe avuto il doppio ruolo di ammorbire i controlli delle arpa locali, in cambio di un dieci per cento della "mazzetta" destinata a Cristiani. Le dazioni di denaro si sarebbero svolte in due tranche, il 26 e il 30 di settembre.

Pierluca Locatelli avrebbe consegnato insieme alla moglie, che ricopre ruoli nelle aziende del marito, i 100mila euro in contanti a Rotondaro, responsabile poi del recapito a Nicoli, avvenuto al ristorante Berti di Milano. Altri 10.000 euro sarebbero stati consegnati a Rotondaro in un secondo momento.

Oltre alle ordinanze di custodia, sono stati eseguiti anche alcuni sequestri. Sequestrata la cava di Cappella Cantone, in provincia di Cremone, destinata a una discarica di amianto e l'impianto di trattamento dei rifiuti di Calcinate (Bergamo), oltre a due cantieri della nuova autostrada a Cassano d'Adda e Fara Olivana Con Sola.

Questa mattina i Carabinieri si sono presentati al Pirellone, dove anche l'ufficio del vicepresidente, posto al 24esimo piano dell'edificio, è stato sottoposto a perquisizione. Una perquisizione nell'abitazione di Nicoli Cristiani ha invece portato al ritrovamento di due buste contenenti denaro per un totale di 100mila euro in banconote da 500, secondo la procura di Brescia la tangente che è accusato di aver ricevuto. Gli episodi di corruzione sarebbero emersi in una serie di intercettazioni, nelle quali i pezzi da 500 euro erano chiamati "big bubble". La tangente sarebbe arrivata dall'imprenditore Pier Luigi Locatelli, attivo nel settore dei rifiuti.

Sull'arresto di Nicoli Cristiani si è espresso questa mattina il Presidente del Consiglio regionale Davide Boni. Sottolineando come sia "rimasto profondamente colpito dalla notizia", il presidente ha anche espresso la "fiducia nell'operato della magistratura", confidando nel fatto che "il Vicepresidente Franco Nicoli possa dimostrare l'estraneità ai fatti contestatigli".

A dare un commento sui fatti anche la stessa

Bre-Be-Mi, che si è dichiarata totalmente estranea ai fatti e sottolineando come, essendo parte lesa nella vicenda, seguirà da vicino gli sviluppi dell'indagine e si costituirà come parte Civile, chiedendo ai responsabili i danni.

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