C’è troppa connivenza tra Stato e chi vuole abbatterlo

Dopo gli arresti di 15 terroristi Renzo Foa si chiede come mai non si è interrotto il filo che collega il terrorismo al sindacato, in particolare alla Cgil, e auspica che questo sappia vigilare per evitare di essere contaminato e parli e agisca in maniera chiara. Trovo corrette queste conclusioni, ma ancora più giusto che sia lo Stato, con le sue istituzioni e con coloro che le rappresentano, ad agire con chiarezza e fermezza. Non mi pare, però, che quanto sta succedendo con l’attuale compagine governativa vada nel senso da me indicato. Le pene detentive dei brigatisti non vengono mai espiate interamente, la scarcerazione prima dei termini è la norma. In passato un sinistro ministro della Giustizia ha sentito l’esigenza di ricevere una brigatista con tutti gli onori al suo rientro in Italia. Attualmente troppi personaggi che hanno seminato di sangue l’Italia assurgono agli onori delle cronache, o perché occupano posizioni di responsabilità in seno alle stesse istituzioni, o perché vengono chiamati nelle università a dare lezioni.

C’è quasi una sorta di connivenza tra chi rappresenta lo Stato e chi questo Stato ha cercato di abbatterlo. È giusto, dunque, chiedere a ciascuno di avere comportamenti ineccepibili, ma sia lo Stato il primo a dare il buon esempio.

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