MonzaIl marito «ufficiale» in Bangladesh, un legame affettivo «ufficioso» in Italia, avversato dai genitori di religione musulmana. Nel mezzo le ragioni della morte di Sharna Abdul Gafur, 19 anni a marzo, strangolata con una sciarpa e gettata sul letto. Il delitto, venerdì in un monolocale di via D'Annunzio 42, nel popolare quartiere di San Rocco a Monza. Un mazzo di chiavi sparito, il cellulare della vittima sottratto dallassassino oltre che l'interrogatorio di parenti e conoscenti, portano i carabinieri, agli ordini del colonnello Giuseppe Spina, a ricercare in tutta Italia un giovane bengalese, fidanzato «inconfessabile» della ragazza, anche lui, come la vittima, originario della stessa regione del Bangladesh.
Dopo un'intera notte trascorsa in caserma dunque, si allontanano i sospetti attorno a Alì Yousuf Khan, lo zio di 34 anni, cameriere. Luomo aveva scoperto il cadavere al rientro dal lavoro e aveva chiamato i carabinieri. Le indagini da subito si sono concentrate sulla sfera sentimentale. La ragazza era in Italia da tre anni con un regolare permesso di soggiorno. Svolgeva lavori saltuari e da 15 giorni si era trasferita dallo zio dopo aver litigato per «questioni caratteriali» con mamma e sorella maggiore. Era sposata, ma da qualche mese frequentava assiduamente un altro connazionale coetaneo, residente a Monza, svanito nel nulla dal giorno del delitto.
Sharna Abdul Gafur conosceva molto bene l'assassino. Lha fatto entrare in casa con il mazzo di chiavi, ora sparito, che le aveva dato lo zio. Lo conosceva tanto bene da accoglierlo in pigiama. Né sulla porta né alle finestre sono stati trovati segni di effrazione. Nessun componente delle 36 famiglie che abitano nella casa di corte ha sentito urla o rumori sospetti provenienti dal monolocale al primo piano. Da un primo esame del corpo, lautopsia verrà effettuata a Milano domani, non ci sono segni di colluttazione. Sharna non ha lottato per difendersi è stata colta allimprovviso e non ha avuto tempo di reagire.
L'omicidio pertanto potrebbe essere avvenuto a causa di un improvviso raptus dellassassino che poi se ne è andato portandosi via anche il cellulare, forse per rallentare lidentificazione, ed è scappato chiudendo a doppia mandata lingresso.
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