Cade dalla finestra della scuola In coma un bimbo di cinque anni

MIlanoL’imponderabile è una concatenazione di eventi rapidissimi, inarrestabili, banali, perlopiù assurdi destinati a precipitare in una tragedia che distrugge e segna vite e famiglie, come se a decidere fosse un destino maledetto. È quello che è accaduto ieri mattina poco prima delle 10 alla scuola elementare Alfredo Cappellini di via Giovanni Battista De Rossi, zona nord ovest della città, un bell’istituto dalle altissime finestre, pieno di archi e con due giardini che lo fanno assomigliare a un vecchio convitto per fanciulle di buona famiglia. Proprio per raggiungere una di queste finestre del secondo piano (che potrebbe essere comodamente un terzo) del laboratorio d’inglese, Luca, un bimbo cinese di 5 anni, ha approfittato di una manciata di secondi di distrazione della sua insegnante che stava incolonnando i suoi altri 17 compagni di classe - la prima A - al termine della lezione, per riportarli nell’aula di scienze, al piano inferiore. Quindi si è nascosto sotto un tavolo e ha atteso che quasi tutti gli altri allievi fossero usciti dall’aula, per poi avvicinare una sedia alle imposte. A quel punto, davanti agli ultimi compagni che già si avvicinavano alla porta per uscire (e perciò gli giravano le spalle) ci è salito sopra, ha aperto la maniglia e, poggiando un piedino su un termosifone, si è fatto forza, si è sporto sul parapetto, precipitando subito dopo nel vuoto per aver perso l’equilibrio. Un volo di sei metri. Che però nessuno vede: i bambini, nel frattempo, hanno raggiunto tutti la maestra che chiude la porta del laboratorio dietro di sé e scende tranquillamente al piano di sotto.
Quando se ne accorge, quando realizza che manca uno dei suoi alunni, la poveretta ritorna disperata al piano superiore, fa le scale in un soffio, forse sentendo il senso di tragedia crescere inesorabilmente dentro di sé. E davanti a quella finestra aperta la maestra - una precaria 25enne che lavora alla «Cappellini» da quasi due anni - quasi sviene quando, guardando fuori, vede il ragazzino a terra. Respira il piccolo Luca, ma non muove un muscolo, perde sangue dalla testa. È la disperazione più totale per l’insegnante. Che inizia a urlare, chiama aiuto, mentre i soccorsi vengono allertati immediatamente dalla stessa preside, la professoressa Carla Daverio e l’ambulanza arriva nel giro di pochi minuti, quasi insieme ai poliziotti del commissariato di Quarto Oggiaro. Sopra ci salgono anche l’insegnante in stato di choc e la preside. Luca viene trasportato all’ospedale Niguarda, ma sta molto male e viene intubato e portato subito in rianimazione: ha un trauma cranico severo e lesioni agli organi addominali e toracici oggetto di monitoraggio continuo e adesso è in coma, la sua prognosi è riservata. Quando i suoi genitori arrivano si stringono l’un l’altro, travolti dalle lacrime, annientati dal dolore: i poliziotti blindano l’entrata alla sala di rianimazione per proteggerli.
«Uno spettacolo al quale non avrei mai voluto assistere.

Nessuno ha sentito un urlo, un lamento» sussurra il commissario capo Angelo De Simone che dirige il commissariato di Quarto Oggiaro, quando esce dalla scuola, nel primo pomeriggio.
Intanto, dopo aver ricevuto un rapporto della polizia sull’episodio e anche i risultati frutto dei rilievi della Scientifica il pm Luigi Luzi ha aperto un’indagine per lesioni colpose a carico dell’insegnante.

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