Dopo cinque mesi di chemioterapia intensiva, Emily era tornata a casa sfinita dallospedale. La diagnosi era stata un trauma, le cure una mazzata. Pensare che la mamma laveva portata dal dentista perché uno dei suoi dentini si era messo a ballare. Gli esami avevano rivelato qualcosa che una bambina di sei anni fa fatica a capire: linfoma di Burkitt, un tipo di neoplasia non-Hodgkin che colpisce i linfociti. Aveva un tumore alla mascella, più altri due alladdome e ai reni. Per questo mamma e papà Kearney, lei maestra di sostegno, lui decoratore, durante la terapia alla Royal Victoria Infirmary di Newcastle avevano deciso di regalarle quel cagnolino che lei aveva tanto desiderato. Casper è arrivato una domenica, segnalato dal canile di Hartlepool, vicino a Londra: il suo padrone non poteva più tenerlo e lui aveva bisogno di una nuova famiglia. «È il cielo che ce lo ha mandato - dice mamma Jackye -, senza di lui Emily non sarebbe mai guarita». Lo volevano buono con i bambini, contento di essere lasciato a casa e abbastanza piccolo da stare nelle braccia di Emily. E lui, timido Yorkshire piccolo piccolo, era tutto questo. Casper adesso è irriconoscibile. È dimagrito tanto, lui che già era tutto ossa e pelo, ha una flebo sulla zampa e va a pastiglie a giorni alterni. Perché Emily è guarita e lui si è ammalato: un linfoma, lo stesso tipo di male che aveva aggredito la sua padroncina. Come se per guarire lei lo avesse assorbito lui.
Lo curano con la ciclofosfamide, lo stesso farmaco somministrato alla bambina, una volta alla settimana fa la chemioterapia. Come finirà questa storia ancora non si sa. Emily lo veglia nella penombra e non si dà per vinta. Perché sa che la notte più buia è solo lannuncio dellalba.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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