Cala in ottobre la produzione industriale

Il rilevamento (-0,9%) sorprende gli analisti: «Cifre in controtendenza rispetto a quelle degli ultimi mesi»

da Milano

La caduta del settore industriale italiano di ottobre sorprende gli analisti e non è di buon auspicio per l’aumento della produzione dei prossimi mesi se non addirittura per la crescita economica del quarto trimestre.
I numeri diffusi ieri dall’Istat parlano infatti di una contrazione dello 0,9% dell'indice mensile della produzione industriale accompagnata da un arretramento pari al 2,7% della media annua giornaliera. Un calo inaspettato dato che un sondaggio di Reuters prospettava un +0,2% di entrambe le voci. E dunque l’Isae ha rivisto la stima sulla produzione industriale dell’ultimo trimestre a meno 1,5% dal meno 0,4% stimato in novembre. «Il risultato è molto negativo e rappresenta un brutto segnale per il quarto trimestre se si considerano la debolezza su tutti i comparti e la revisione al ribasso di settembre», ha detto Lorenzo Codogno di Bank of America. A destare le preoccupazioni e le perplessità degli uffici studi che sottolineano comunque la spiccata volatilità dell’indice mensile, è poi la controtendenza del numero paragonato alle indicazioni delle ultime indagini congiunturali. «Anche se nei prossimi mesi la vivacità della domanda estera e sviluppi favorevoli sul fronte dei cambi e del greggio dovrebbero continuare a sostenere la produzione restano intatti i problemi strutturali dell’industria», ha spiegato l'ufficio studi Ubm. Ulteriore elemento negativo del dato nazionale è la debolezza spalmata uniformemente su tutti i comparti: -1,2% per i beni di consumo, -1,4% gli intermedi, -0,7% gli strumentali e -1,0% l'energia. Quanto ai politici i pareri sono divisi. «Avevo sperato in una seppur minima ripresa ma i dati Istat di questa mattina sono una doccia fredda sulla speranza che io stesso avevo coltivato - ha spiegato ieri il leader dell'Unione Romano Prodi - i dati sulla produzione industriale sono al ribasso, al di là di ogni aspettativa».
Ma il sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali Maurizio Sacconi ribatte: «Prodi piange sul latte da lui stesso versato.

Come presidente della commissione Ue ha affrontato con astratta e superficiale retorica i processi di apertura dei mercati che potevano essere governati in modo da diluire il travolgente ingresso dei prodotti provenienti dai Paesi emergenti dando il tempo all’industria italiana di adeguarsi».

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