Dalla Calabria fino in Cina grazie al «Bergotto»

Così ha trasformato una ricetta di famiglia, una bevanda a base di bergamotto, in un prodotto globale

Gabriele Villa

In fondo, suo nonno e suo padre avevano già avuto la giusta intuizione. In fondo suo nonno e suo padre era come se lo sentissero, mentre, nelle sere d'estate, mettevano un po' di bicarbonato nel succo di bergamotto per renderlo frizzante e dissetante, che un giorno quel bergamotto di famiglia sarebbe diventato famoso. Sarebbe diventato, addirittura, il «Bergotto». No, non è un errore di battitura, avete proprio letto bene: è così, da quella intuizione, che è nato il Bergotto, la bibita di bergamotto. Ricorda e dipinge con i colori della nostalgia quei momenti che si trascorrevano sull'aia, Antonino Autelitano, 52 anni, titolare dell'azienda agricola La Spina Santa a Bova Marina, 40 chilometri da Reggio Calabria: «Quella invenzione di mio padre e di mio nonno, che peraltro già facevano il liquore con le bucce del frutto, mi è tornata alla mente quando abbiamo cominciato, qui in azienda, a prendere in seria considerazione la possibilità di utilizzare al meglio il bergamotto. Era il 2009 e all'epoca io avevo già una buona dimestichezza con gli impianti di bevande alla spina, così il passo per tradurre in realtà la mia bibita è stato breve. Di fatto posso dire che il mio Bergotto, una bibita che contiene il 12% di succo, zucchero, acido citrico e anidride carbonica ha aperto la strada alla conoscenza e alla diffusione del bergamotto e delle sue qualità. Per quanto ci riguarda, dunque, il Bergotto ha fatto da traino al succo di bergamotto, cento per cento, che abbiamo cominciato a produrre seguendo i criteri della pastorizzazione e senza alcuna aggiunta di conservanti etc. Tanto più che l'Università della Calabria ha incoraggiato il lavoro e l'impegno di noi produttori rendendo noti i risultati delle sue analisi organolettiche. Risultati che comprovano la vasta presenza, nel frutto, di statine preziose per la lotta al colesterolo».

Se il suo Bergotto ha aperto la strada verso la diffusione e l'apprezzamento del bergamotto significa che la vostra produzione oggi non si limita alla bibita frizzante e al succo, che cosa ci fate oggi con il frutto? «Del bergamotto non si butta via niente: con le bucce si fa il liquore, con la spremuta i succhi e le bibite, con la polpa la marmellata. Abbiamo circa un migliaio di piante e queste coltivazioni c'erano già tutte, fin dai primi del '900. Mio nonno Pietro lavorava questi terreni come mezzadro, fino a quando, negli Ottanta, siamo riusciti a comprare l'intero fondo. I nostri prodotti sono a filiera corta, perché sono da noi coltivati e trasformati in azienda stessa. Si può ben dire che, in quanto a genuinità e a serietà, abbiamo seguito l'insegnamento e la passione di mio nonno. E questa nostra passione ha dato lavoro alle nostre dieci famiglie e anche alla gente di queste zone, tanto che abbiamo anche due punti vendita diretta in Calabria. Siamo stati i primi nel 2012 al Cibus a stringere un accordo con una compagnia cinese che per alcuni anni ha importato i nostri prodotti. E finalmente oggi il bergamotto ha il posto che si merita in cucina, nelle pasticcerie, tra i succhi più genuini e non è più soltanto l'essenza base che l'industria della profumeria ha sempre utilizzato e, naturalmente, continua a utilizzare».

Come è nato invece l'agriturismo alla «Spina Santa»? «Abbiamo cominciato negli Anni Novanta, otto camere e un servizio di ristorazione ancorato alle nostre tradizioni enogastronomiche, siamo stati tra i primi del versante ionico a percorrere questa strada. Siamo a un chilometro dal mare, dalle sue spiagge bellissime, immersi in una cerchia di colline fra il verde delle piantagioni di bergamotto, in un'ottima posizione, al centro dell'Area Grecanica. Questo è il luogo ideale per gli escursionisti e per chi ama una vacanza a diretto contatto con la natura. Ideale per chi vuole vivere sano e immergersi nell'ambiente senza rinunciare alle comodità». Alla «Spina Santa» ci si può rilassare e divertire andando in giro per la nostra piccola fattoria a diretto contatto con la natura e con tutti i nostri animali, come i nostri simpatici asinelli. Inoltre ci si può deliziare con la tipica cucina calabrese con i nostri piatti, tutti preparati con prodotti genuini e secondo le ricette delle nostre terre. Certo che se fossimo serviti come si deve da un aeroporto, ben pochi voli infatti atterrano a Reggio Calabria, il turismo non solo italiano ma anche internazionale potrebbe scoprire il basso Ionio, mentre ora molti devono fare tappa a Lamezia Terme. In compenso è proprio all'agriturismo che ho potuto raccogliere i primi riscontri e i primi apprezzamenti sul mio Bergotto. Ho cominciato a farlo assaggiare ai nostri clienti ed è stato subito un successo che mi ha incoraggiato a produrre una bibita originale che adesso ha conquistato molti palati in tutt'Italia, perché dà modo di apprezzare il profumo oltre che il gusto intenso del frutto. Così, una bottiglia dopo l'altra, anche attraverso internet e la vetrina di Artimondo, siamo arrivati in tutt'Italia e all'estero.

E i consumatori hanno imparato a conoscere non solo il Bergotto e il bergamotto ma anche la nostra azienda, la nostra storia e i nostri valori. Che sono i valori che coltiviamo con la stessa cura con cui coltiviamo i nostri frutti».

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