Dal compleanno di Cavani alla pioggia, tutte le scuse di Walter Mazzarri

Il tecnico che torna a Napoli dieci anni dopo è diventato famoso per i fantasiosi alibi accumulati nel tempo, dopo ogni sconfitta. Qui proviamo a rivangarli

Ansa
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Certi amori si sa, fanno dei giri immensi e poi ritornano. E allora non poteva certo esimersi Walter Mazzarri che, complice il pirotecnico benservirto a Rudi Garcia da parte di Aurelio De Laurentiis, torna in sella al Napoli dieci anni dopo. Sfumano in dissolvenza i volti divertiti di Lavezzi e Cavani. Si ingorga il fiume dei ricordi. Dentro al quale, senza dubbio, galleggiano anche anni di scuse pittoresche, alibi fantasiosi, giustificativi impensabili a fronte delle sconfitte incassate.

Ecco. Se c'è una cosa di cui questo Napoli - campione d'Italia soltanto qualche mese fa e ora parzialmente sfasciato - non ha bisogno, è proprio questo teatrino. Divertente sì, ma anche stucchevole. Specie quando devi pensare a recuperare terreno. Proviamo quindi, qui, a riesumare alcune delle auto-difese ad oltranza più iconiche di Walter, ma soltanto nella speranza di parlarne come si fa di una storia destinata a non riproporsi.

L'incipit: l'influenza con diarrea

Stagione 1998/99, serie B. Mazzarri è il secondo di Renzo Ulivieri sulla panchina degli azzurri, che perdono 2-4 in casa, contro il Ravenna. Ai microfoni un giovane Walter emette la sua sentenza: “L’unica attenuante è che mezza squadra è influenzata, 4-5 giocatori hanno avuto la febbre e uno addirittura ha giocato con la diarrea”. Giornalisti perplessi, tifosi anche. Sarà un caso, si ipotizza.

Il compleanno di Cavani

Stavolta l'anno è il 2013. La panchina sempre quella del Napoli, sconfitto il 14 febbraio dal Viktoria Plzen. E qui Mazzarri sfodera un'uscita che è ancora oggi inserita nella hall of fame delle scuse. “Il San Paolo di solito è caldo, ci spinge ad iniziare bene, ma oggi era anche il compleanno di Cavani e c’era un clima soporifero, credo si sia sottovalutato l’impegno”. Apoteosi. Potrebbe essere stato registrato l'apice. Walter però non è ancora sazio.

I cambiamenti climatici

Si passa all'Inter, l'anno seguente. Stavolta, dopo un deludente pareggio interno contro il Verona, il tecnico livornese lancia i suoi strali contro il meteo. “Quando siamo rimasti in 10 abbiamo sofferto e non dimentichiamoci che siamo in emergenza, i ragazzi sono calati… poi ha cominciato anche a piovere…”. Gocce che dovrebbero avere interessato anche gli avversari, ma questa, nell'orizzonte mazzarriano, è una risibile constatazione.

Ogni tot pali assegnare un gol

L'esperienza interista non va esattamente come sperato. I nerazzurri concludono la stagione 2013/14 con un mesto quinto posto, ma per Mazzarri ora c'entra pure il regolamento. “Bisognerebbe cambiare un po’ le regole, ogni tot angoli battuti, ogni tot pali, assegnare un gol. Questo vuol dire che la squadra gioca, produce…”.

L'ultima perla: "Tutto bene prima che si infortunasse l'arbitro"

Anche sulla sua ultima panchina, a Cagliari nella stagione 2021-22, Walter non ci dispensa da scusanti più complesse da immaginare del lancio di

una stazione orbitante. Dopo il pareggio contro l'Empoli, le idee sono chiarissime: “Per assurdo, prima dell’infortunio dell’arbitro e di Lovato eravamo in partita, poco cattivi e leziosi ma eravamo partiti bene”.

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