Tra Alberto Gilardino e l’Inter non è mai corsa grande simpatia, ma l’ex milanista ha fatto davvero un gran favore ai nerazzurri. Il pareggio strappato dal suo Genoa in casa contro la Juventus è un assist niente male all’undici di Inzaghi, che in caso di vittoria contro la Lazio potrebbe volare a più quattro dai bianconeri. Partita molto equilibrata, con la solita Juventus attendista che passa su calcio di rigore con Chiesa nel primo tempo ma poi non riesce quasi mai ad impensierire Martinez. Il Genoa, invece, ha il merito di non mollare mai e, dopo aver trovato l’1-1 grazie alla spaccata di Gudmundsson sfiora più volte il 2-1 nel secondo tempo.
Le scelte dei tecnici
Nuova tegola per Allegri, costretto a fare a meno di uno dei suoi pretoriani. Adrien Rabiot ha un problema al costato e non sarà nemmeno in panchina contro il Genoa: al suo posto partirà quindi Miretti. Per il resto, nessuna sorpresa rispetto a quanto traspirato alla vigilia: Gatti titolare in difesa, Cambiaso sulla destra, in attacco massima fiducia a Vlahovic e Chiesa.
Gilardino è costretto invece a fare a meno di Mateo Retegui, che dovrebbe rientrare a fine dicembre dopo un problema muscolare. Il Genoa passa quindi ad un 3-4-2-1 con Gudmundsson falso nueve, supportato dal rientrante Malinovskyi e Messias. In difesa, l’ex juventino De Winter parte da titolare con Dragusin e Bani.
Tanto equilibrio, la sblocca Chiesa
Davanti al gran pubblico del Ferraris, approccio guardingo dei bianconeri, come si capisce al 4’, quando Chiesa, dopo aver recuperato palla a centrocampo, preferisce far girare il pallone invece di lanciare il contropiede. La risposta dei Grifoni si affida a Malinovskyi, che prova la soluzione dalla lunga distanza: buono il suo mancino ma non causa troppi grattacapi a Szczesny. Come successo nelle ultime giornate, meglio il binario destro per la Juventus, con l’ex di giornata Cambiaso che prova a seminare il panico nella difesa bianconera. Nei primi 15 minuti leggero vantaggio ospite nel possesso palla, anche se decisamente poco propositivo. La prima occasione arriva al 13’ quando dopo l’ennesima cavalcata sulla fascia, Cambiaso entra in area e fornisce un ottimo pallone all’accorrente Chiesa: l’ex viola prova ad infilare la sfera tra Martinez e il suo palo ma il guardiameta rossoblu riesce a mettere in angolo. A creare problemi ci si mette anche il terreno del Ferraris, decisamente non al meglio stasera.
Il Genoa prova a colpire al 17’, quando su un bello spiovente dalla tre quarti di Badelj, Junior Messias prende bene il tempo ma non riesce a colpire bene di testa. Spettacolo certo non esaltante ma la posta in palio è importante per entrambe le squadre. Alla lunga, però, gli avanti della Juventus si rendono pericolosi: al 21’ bel passaggio di Chiesa sulla corsa centrale di Vlahovic che viene però sporcato dal difensore, complicando parecchio il compito del serbo. La svolta arriva al 26’ quando sull’ennesima incursione offensiva di Chiesa, Martinez è costretto ad usare le maniere forti per fermare l’ex viola. Nessun dubbio per il signor Massa che indica il dischetto: dagli undici metri si presenta l’azzurro, che spiazza senza problemi il portiere spagnolo.
Il Genoa prova a reagire con una gran mossa di Gudmundsson: sul suo cross, i centrali bianconeri si guardano per qualche secondo di troppo, prima che Gatti spazzi in angolo. Il maggior possesso palla dei rossoblu costringe gli ospiti a chiudersi in difesa ma, a dire il vero, Szczesny non viene mai chiamato in causa, a parte un tiro da posizione interessante di Vasquez che sorvola la traversa. Il Genoa si affida spesso a Gudmundsson, che svaria molto e fornisce palloni interessanti ma trovare spazio nell’area bianconera non è semplice per nessuno. Finale di tempo molto più convincente per i padroni di casa: ci vuole una bella diagonale di Bremer per impedire a Vasquez di trovare un liberissimo Messias in piena area ma è tutto il Genoa a girare meglio. Al 43’ grossa occasione per gli uomini di Gilardino: su un cross lungo sul palo lontano, Vasquez rimette indietro col sinistro per l’accorrente Gudmundsson. Ci vuole l’intervento provvidenziale di Kostic per impedire all’islandese di impattare bene il pallone.
Pareggio Genoa, la Juve soffre
Al rientro dagli spogliatoi, Gilardino decide di cambiare qualcosa: fuori Vasquez, spazio ad Ekuban, che va a sistemarsi come punta centrale, facendo quindi arretrare Gudmundsson. I padroni di casa continuano a spingere, cercando almeno di strappare un punto alla Juventus e, alla lunga, trovano lo spiraglio giusto. Azione un po’ confusa al limite dell’area, serie di carambole prima il tocco di punta di Frendrup che mette la sfera dalle parti proprio di Ekuban, che la spizza per l’accorrente Gudmundsson. L’avanti islandese va in spaccata e trova la deviazione giusta per battere Szczesny: pareggio meritato per i rossoblu, che stavano esprimendo un buon calcio.
Il pari scuote l’undici di Allegri, che si rende pericoloso un paio di volte in due minuti, costringendo Martinez a due parate non banali, una delle quali però causate da un suo rinvio suicida. La Juventus spinge sempre forte sul binario destro, con Cambiaso più volte pericoloso, per poi tornare a giostrare il pallone, aspettando il momento giusto per colpire. Se il Genoa ha il merito di continuare ad attaccare, l’iniziativa è ora fermamente nelle mani dei bianconeri, che trovano con regolarità contropiedi interessanti.
Attorno al 64’ la situazione è rovesciata, con i bianconeri schiacciati in difesa da un Genoa aggressivo ma un po’ confusionario. Allegri decide di cambiare, togliendo Vlahovic e Kostic per dare spazio a Milik e al rientrante Timothy Weah. Nonostante la Juventus alzi ancora il potenziale offensivo inserendo Iling-Junior al posto di Miretti, è il Genoa ad avere la migliore occasione: ci vuole l’uscita disperata di Szczesny per impedire ad un avanti rossoblu di trovare la porta su un lungo lancio da centrocampo. I padroni di casa si guadagnano un paio di discrete occasioni ma la palla del vantaggio capita sulla testa di Bani, completamente dimenticato dalla retroguardia bianconera. Gudmundsson gli fornisce un angolo perfetto ma il difensore sceglie la soluzione peggiore, mandando la palla ben lontano dallo specchio.
All’87’ Allegri si gioca il tutto per tutto, inserendo Yildiz per Cambiaso ed è il segnale per il forcing finale bianconero e per poco la mossa non produce subito risultati: sull’ennesimo angolo Bremer la tocca con la coscia nell’area piccola ma Josep Martinez ha un riflesso felino e la manda sopra la traversa. Recupero nervoso, con la Juventus che attacca a testa bassa senza riuscire a rompere l’equilibrio. Non c’è tempo per altro: al Ferraris finisce 1-1. L’Inter ringrazia di cuore.
Il tabellino
GENOA (3-4-2-1): Martinez; De Winter, Bani, Dragusin; Sabelli (83’ Vogliacco), Badelj, Frendrup, Vasquez (46’ Ekuban); Malinovskyi, Messias (90+3’ Haps); Gudmundsson. Allenatore: Alberto Gilardino
JUVENTUS (3-5-2): Szczesny; Gatti, Bremer, Danilo; Cambiaso (87’ Yildiz), McKennie, Locatelli, Miretti (73’ Iling-Junior), Kostic (67’ Weah); Vlahovic (67’ Milik), Chiesa. Allenatore: Massimiliano Allegri
Marcatori: 27’ Chiesa (rig) (J), 48’ Gudmundsson (G)
Ammoniti: 60’ Danilo (J), 69’ McKennie (J), 70’ Milik (J), 73’ Badelj (G), 89’ Malinovskyi (G)
Espulsi: n/a
Arbitro: Davide Massa (Imperia)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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