La guerra dell'Uefa è appena cominciata

La guerra dell'Uefa è appena cominciata
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È come la serata dell’Oscar senza gli attori americani. Parigi: gala del Pallone d’oro, ricchi premi e cotillons, gli exit poll davano per vincente Vinicius jr, pronto l’areo privato sulla pista di Madrid, preparati i bagagli dei cinquanta invitati "blancos", undici nomination con garanzia di successo finale, in corsa oltre a Vinicius, Bellingham, Mbappé, Carbajal, Valverde, Tony Kroos, Rudiger, per il trofeo Yashin, miglior portiere Lulin, per il premio Puskas, miglior giovane, Arda Guler, miglior allenatore Carlo Ancelotti.

Ma radio Uefa ha comunicato ufficiosamente che i giochi erano “disfatti”, Pallone d’oro a Rodri, secondo spagnolo nella storia del trofeo dopo Luis Miramontes Suarez, protagonista assoluto con la vittoria della Premier League e della Football Association Cup con il Manchester City e del campionato europeo con la nazionale spagnola.

Florentino Perez furibondo per lo scacco al re, per di più assegnato a uno spagnolo allenato dal catalano Guardiola, ha cancellato il volto, il Real Madrid non è andato a Parigi, tenetevi la festa e i cotillons, noi siamo il football, voi siete l’Uefa e, attenti, che vi spariamo di nuovo la Superlega.

La storia continua, il gala, tra donne bellissime, calciatori supermilionari, dirigenti superdanarosi, è andata comunque in scena, Ceferin, capo dell’Uefa, non sa che la guerra è appena incominciata.

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