
L'energia è il cuore pulsante che muove il mondo. Dal fuoco rubato agli dei da Prometeo fino ai pannelli solari che oggi ricoprono i deserti, l'umanità ha sempre cercato di domare questa forza primordiale. Ma ora siamo a un bivio: il vecchio mondo degli idrocarburi è destinato a cedere il passo a un nuovo che fatica a nascere. Il nostro sistema si trova dinanzi a un paradosso: l'energia che lo ha reso potente rischia di diventare la sua condanna. La sfida è trovare un nuovo equilibrio. Come Prometeo che sfidò Zeus per donare il fuoco agli uomini, oggi dobbiamo sfidare i limiti della tecnologia per assicurarci l'energia necessaria. È questo il tema che affronterà oggi il convegno «Il Peso dell'Energia», che vedrà la partecipazione del ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e di esperti del settore energetico. Un'occasione per analizzare le dinamiche che legano il costo dell'energia alle sfide economiche e politiche del Paese.
L'analisi non può che partire dalle dinamiche inflattive. Secondo le stime preliminari dell'Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività, al lordo dei tabacchi, a febbraio ha registrato un aumento dello 0,2% su base mensile e dell'1,7% su base annua, in crescita rispetto all'1,5% di gennaio.
Il ministro Pichetto, ha più volte sottolineato l'importanza del nucleare per garantire un mix energetico stabile e competitivo. «Se vogliamo abbattere i costi e garantire la sicurezza energetica, dobbiamo aprirci al nucleare di nuova generazione», ha dichiarato presentando il ddl delega per il nucleare sostenibile, aggiungendo che «l'Italia non può restare indietro rispetto al resto d'Europa» e annunciando l'avvio di studi di fattibilità per l'introduzione dei piccoli reattori modulari (Smr). L'Italia sta consolidando il proprio ruolo come attore di primo piano nello sviluppo delle tecnologie nucleari avanzate e punta a definire una strategia per il reintegro dell'energia nucleare nel mix energetico entro il 2027 e a coprire tra l'11% e il 22% della domanda elettrica nazionale entro il 2050. Lo sviluppo del nuovo nucleare in Europa e Italia, secondo l'analisi di EY «Nucleare Italia: il punto della situazione», potrebbe generare un mercato complessivo di circa 46 miliardi di euro per la filiera industriale italiana, con un valore aggiunto di 14,8 miliardi di euro e la creazione di circa 117.000 nuovi posti di lavoro. Gli Smr rappresentano una delle opzioni più promettenti per il rilancio del nucleare in Italia, grazie alla loro flessibilità e ai potenziali vantaggi per la sicurezza.
L'azione del governo per contrastare la difficile situazione contingente si è estrinsecata attraverso l'approvazione del decreto Bollette venerdì scorso che ha destinato 3 miliardi di euro per famiglie e imprese. «Il bonus di 200 euro per le bollette di luce e gas, è previsto per tutte le famiglie con Isee fino a 25.000 euro. Per i nuclei particolarmente fragili, con Isee fino a 9.500, la cifra si aggiunge ai circa 320 euro del bonus attuale», ha dichiarato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti.
Oltre all'impegno della politica, nella selezione del giusto mix energetico conta molto anche il saper lavorare al fianco di coloro che studiano nuovi percorsi per l'efficienza energetica. È il caso di Intesa Sanpaolo, la principale banca italiana che non solo è presente «sul campo» per aiutare le aziende a investire in progetti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con particolare riguardo al fotovoltaico ed eolico. L'istituto guidato dal ceo Carlo Messina promuove infatti lo studio dei mercati energetici stessi, come nel caso del «MED & Italian Energy Report».
Un compito di cui è incaricata anche Rse, la società che svolge attività di ricerca sull'intera filiera elettro-energetica. In fondo, si tratta della stessa sfida di Prometeo e non è detto che sia meno complessa solo perché oggi non ci sono gli dei come avversari.
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