Playoff? No, grazie. Stavolta l'Italia chiude la pratica nell'ultima gara del girone a Leverkusen contro l'Ucraina e senza code pericolose: fra sette mesi tornerà in Germania per difendere il titolo europeo. Dopo 82 giorni dal suo arrivo sulla panchina azzurra, Luciano Spalletti taglia così il primo traguardo diventando il quinto ct italiano qualificato per la prossima rassegna continentale (nessuna nazione potrà eguagliarci). Le grandi d'Europa avevano tutte già il pass, mancavamo solo noi che avevamo «una voglia matta» di esserci come ricordato dal condottiero toscano alla vigilia della sfida alla BayArena. E l'obiettivo il ct arrivato a Ferragosto l'ha centrato in fretta e pure alle prese con l'emergenza.
L'ultimo pari senza reti arrivò nella notte infausta di Belfast due anni fa, il primo step verso la cocente eliminazione dalla rassegna iridata in Qatar. In questo caso è sufficiente per un posto fra le 24 elette ma non rende giustizia alla prova dell'Italia che ha rischiato poco - all'inizio e nella fase centrale della ripresa fino alla sofferenza nell'ultimo quarto d'ora (nel momento in cui esce un esausto Chiesa) - e ha creato anche le occasioni migliori, controllando e dominando la gara per lunghi tratti come chiesto da Spalletti. Abbiamo avuto l'approccio giusto, tenuto a lungo il baricentro alto, evitato le ripartenze dell'Ucraina arrivata in porta solo nel finale, aggredito gli avversari quando perdevamo palla. E al netto di un intervento di Donnarumma su Sudakov e di un pasticcio tra il portiere e Di Lorenzo che concede il tiro a Mudryk - il più attivo dei suoi - murato da Gigio, siamo stati bravi a gestire e a controllare bene le fiammate gialloblù con Shevchenko e Buffon a soffrire in tribuna.
Con il brivido finale dell'intervento in area di Cristante sempre su Mudryk che rivedendo le immagini sembra falloso, ma che né l'arbitro né il Var giudicano tale. Ci è dunque mancato il gol (è la prima volta dopo 34 gare di qualificazione europea): quando Chiesa si è acceso, sono stati sempre problemi per gli ucraini e se Trubin ha murato Frattesi arrivato davanti a lui, Raspadori ha mancato l'appuntamento sotto porta per un soffio. E la nota stonata resta dunque l'assenza dei tre punti che ci confinerà nel sorteggio del 2 dicembre ad Amburgo in quarta fascia, con la prospettiva di un girone di ferro magari proprio contro i tedeschi tra gli altri.
Ma ora è solo tempo di festeggiare la qualificazione, con una Nazionale che non potrà che crescere da qui a giugno nel gioco di stampo europeo, con un programma ambizioso e tutto da scoprire.
Da rivedere Scamacca, che nella staffetta con Raspadori è sembrato meno propositivo del napoletano. E complimenti a Buongiorno, promosso titolare a sorpresa, che dopo un giallo iniziale, sale in cattedra in difesa. Anche lui con Spalletti potrà crescere ancora.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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