Quando due grandi del calcio si trovano una di fronte all’altra, l’equilibrio la fa spesso da padrone. Serviva il colpo del campione per sbloccarla e, per fortuna dei 60000 maniaci sulle tribune, Lionel Scaloni poteva schierare uno dei più grandi di sempre. Un lampo, un tocco all’apparenza incomprensibile che trova la corsa di Molina, che impallina Noppert. Gli episodi dovevano fare la differenza e le cose sono andate proprio così. Per la quinta volta ai mondiali, è proprio Lionel Messi a fornire l’assist che sembra valere la semifinale. Se Neymar ha pareggiato i gol di O’Rey, la Pulga lo supera in quanto a passaggi vincenti. L’errore di Dumfries regala il rigore del 2-0 e il decimo gol con la maglia dell’Argentina a Messi, che lascia impietrito Noppert.
Quando l’Albiceleste sembrava in completo controllo, ecco la zampata degli arancioni che accorciano con Weghorst su una disattenzione della difesa. Il forcing finale sembra sterile, senza speranza, con troppo nervosismo ma proprio quando sembrava finita, uno schema dell’Olanda manda ancora in rete l’attaccante del Besiktas. Tutto da rifare. Tempi supplementari tesi, nervosi, con il forcing finale dell’Argentina che mette a rischio più volte la porta olandese. A decidere però saranno i calci di rigore. Inizia benissimo il portiere argentino Martinez ma ci vuole l’ultimo rigore per decidere tutto. Sul dischetto si presenta Lautaro Martinez e l’interista non sbaglia. Vince l’Albiceleste ed è festa a Losail.
La partita
Come previsto da molti, per contrastare la spinta di Dumfries, Scaloni schiera la sua Argentina a specchio, mettendo Lisandro Martinez al posto del Papu Gomez. A fare una mano alla difesa a tre scaleranno spesso e volentieri le ali, creando superiorità e chiudendo gli spazi buoni per gli scatti di Gakpo e le triangolazioni di Depay. Più libertà di muoversi in avanti per De Paul, chiamato a dare una mano alla coppia meraviglia Messi-Alvarez.
Il maestro Van Gaal risponde affidandosi ancora ai suoi fedelissimi e mettendo in campo più o meno la formazione che aveva fatto così bene contro gli Stati Uniti. A far notizia il fatto che l’ex bianconero De Ligt sarà ancora costretto a vedere la partita dalla panchina. Se la sua fisicità potrebbe essere utile, il Ct gli preferisce ancora Timber, cui toccherà il compito non invidiabile di avere a che fare con Messi. Tra i quattro di centrocampo possibile una staffetta tutta atalantina tra De Roon e Koopmeiners. Singolare anche la scelta di Bergwijn al posto di Klaassen per un attacco molto dinamico ma non particolarmente fisico. Vedremo se questo azzardo pagherà o meno.
Messi vede e provvede
Squadre che scendono in campo decise a non scoprirsi troppo e ben liete che a fare la partita siano gli avversari. Ritmo glaciale per una fase di studio che si protrae per qualche minuto di troppo. Il pubblico dell’Iconic Stadium di Losail non sembra accorgersene, con l’esercito albiceleste che canta a gran voce. La retroguardia arancione sembra nervosa ed ogni tanto pasticcia ma Molina e Messi, che sulla tre quarti olandese hanno piantato le tende, non riescono ad approfittarne. Poco dopo, non manca molto che un passaggio sconsiderato di Noppert venga intercettato dal solito Julian Alvarez, che ha già fatto vedere come i gol di rapina siano parte integrante del suo repertorio. Da questo punto in avanti sembra prendere coraggio l’Argentina, che manovra con pazienza e prova a pungere con combinazioni efficaci. Peccato che quando si tratti di liberare le punte, i centrocampisti sudamericani siano sia imprecisi che frettolosi. Appena gli è consentito, l’Olanda prova a presentarsi dalle parti di Martinez ma Dumfries viene raddoppiato sistematicamente. Bergwijn ed Ake hanno ritmo ma poca lucidità: a parte una mezza occasione creata da Depay al 24’, partita di tutto riposo per il portiere argentino.
Alla mezz’ora l’Argentina inizia a preoccupare assai la difesa arancione: prima arriva una bella combinazione tra Molina, Mac Allister e De Paul, sprecata malamente dall’ex Udinese, poi ci pensa Van Dijk a bloccare il filtrante per Mac Allister. Il gol arriva proprio quando l’Olanda sembrava pronta a colpire. In un’azione all’apparenza innocua, palla che viene gestita dal solito Messi. La Pulga, non si sa bene come, si accorge che Molina sta accentrandosi sulla destra e gli fa avere un pallone quasi inspiegabile. Il passaggio quasi no-look mette l’ex bianconero a tu per tu con Noppert. Parrebbe brutto sprecare una palla del genere e, infatti, Molina gonfia la rete. Vantaggio meritato per la “Scaloneta” con tutti che si stringono attorno al talismano Messi, che ha fatto la differenza ancora una volta.
L’Olanda ci mette un po’ a riprendersi e rischia di essere punita ancora dal rosarino: al 40’ vince l’uno contro uno con Ake che gli concede il destro – non essendo il suo piede, esce un tiro dimenticabilissimo. Finale di tempo con gli uomini di Van Gaal che non riescono a cambiare passo, finendo per essere prevedibili e poco pericolosi in avanti. La partita diventa improvvisamente molto nervosa, con una girandola di ammonizioni dell’arbitro spagnolo Lahoz, che fatica a tenere in mano la gara. Il lungo recupero concesso non serve a molto. Si finisce sull’1-0 per l’undici di Scaloni. Parecchio da rivedere per Van Gaal: rimontare in queste condizioni non sarà affatto semplice.
Messi sembra chiuderla
Al rientro le contromosse del maestro olandese sono più o meno quelle previste: la staffetta “bergamasca” e Berghuis al posto di un inconcludente Bergwijn. Ruolo per ruolo al centro accanto a De Jong mentre Berghuis dovrebbe coprire di più, lasciando spazio alle galoppate di Gakpo. In campo, però si nota poco o niente, con l’Albiceleste che continua a macinare gioco, spingendo indietro gli arancioni. L’Olanda sembra soffrire l’iniziativa sudamericana, senza mai riuscire a trovare i tempi giusti per mettere in imbarazzo una retroguardia che, finora, non ha corso chissà quali rischi. Il confronto sulle fasce, al momento, vede trionfare i laterali argentini, con Dumfries e Gakpo in grosso imbarazzo. L’Olanda, visto che di lì non si passa, continua a controllare il possesso ma il suo giro palla è stucchevole.
L’Argentina, come già visto nelle scorse partite, decide di prendersi una pausa ed attendere gli arancioni nella propria metà campo. Fase certo non scintillante dove a prevalere sembra la paura di scoprirsi alle rispettive ripartenze. Parte per merito dell’undici di Scaloni parte per demeriti propri, gli Oranje sembrano la brutta copia della squadra cinica e determinata che aveva sbrigato senza troppi problemi la pratica USA. Ogni tanto l’Argentina trova dei filtranti illuminanti e scatena dei contropiedi pericolosi, sprecati poi da decisioni affrettate degli avanti. Messi ogni tanto si sveglia, prova a mettere un break dei suoi e si guadagna punizioni interessanti, come al 60’. Noppert intuisce ma se fosse stata un palmo più in basso la parabola della Pulce si sarebbe infilata in porta. Blind si fa male e Van Gaal si gioca il tutto per tutto buttando in campo per la prima volta Luuk de Jong, decisamente più offensivo. La contromossa di Scaloni non tarda: dentro lo juventino Paredes, fuori De Paul, che non era al massimo dal punto di vista fisico. L’ex PSG ha parecchio da farsi perdonare ma l’assetto dell’Albiceleste non cambia molto.
Olanda senza idee, incapace di scardinare il fortino messo in piedi da Otamendi e soci ma l’Argentina non vuole spingere troppo. È da una delle tante azioni all’apparenza inconcludenti che arriva l’occasione di chiudere la gara. Acuna si muove bene sulla fascia, punta la porta e viene messo giù in maniera ingenua da Dumfries. Dagli undici metri, ci mancherebbe altro, si presenta Messi. Szczesny aveva ipnotizzato la Pulga, l’enorme Noppert ha l’apertura alare del caso ma non può niente quando il capitano lo lascia immobile e la mette a fil di palo. Tripudio della aficiòn albiceleste, decimo gol con la maglia dell’Argentina, tanti quanto Batistuta, per quella che suona tanto come la campana a morto per gli oranje.
L'incredibile rimonta dell'Olanda
A questo punto ad avere la meglio è il nervosismo di un’Olanda troppo brutta per essere vera. Scaloni fa riposare i due migliori in campo, Acuna e Moreno, dando spazio a Pezzella e Tagliafico. Van Gaal è costretto a togliere uno spento Depay per far spazio a Weghorst ma la partita non sembra avere più molto da dire. Scaloni regala una decina di minuti a Lautaro Martinez, per far rifiatare Julian Alvarez ma quando tutti aspettano solo il triplo fischio, ecco la zampata dell’Olanda. Argentina scomposta che su una punizione dalla tre quarti lascia tutto solo il nuovo entrato Weghorst. L’avanti del Besiktas la colpisce di testa quanto basta per mettere fuori causa Martinez. Prima occasione primo gol per gli Oranje, che ora possono almeno provare un forcing finale.
Ora l’undici di Van Gaal ci crede davvero e si lancia in avanti. Ad impedire il pari su una cannonata di Berghuis ci vuole una deviazione di un difensore, ma l’undici di Scaloni sembra faticare a reagire. Il tempo non mancherebbe ma gli Oranje sembrano mancare di qualità per assestare il colpo che varrebbe almeno i supplementari. Dal nulla la partita si infiamma e su un fallo di reazione di Paredes, che scaglia una pallonata contro la panchina olandese, si scatena una mezza rissa. Lahos fatica a riprendere il controllo della situazione ma alla fine si torna a giocare. Dopo aver sprecato una invitante punizione, l’Olanda continua l’assedio ma manca la lucidità. Fioccano i cartellini nell’ennesimo recupero chilometrico concesso dall’arbitro spagnolo. Dieci minuti in uno stadio dove la tensione si taglia con un coltello ma grosse occasioni non si vedono. Quando tutti aspettavano il triplice fischio, punizione concessa con sufficienza dall’Argentina. Gli arancioni provano uno schema: Koopmeiners finta il tiro e la passa a Weghorst che si libera del difensore ed impallina Martinez. Doccia gelata per i sessantamila a Losail, tutto da rifare.
Assedio albiceleste
Si riprende con un’Argentina col morale sotto i tacchi ed un’Olanda carica a mille ma assolutamente sbilanciata, con ben quattro punte in campo. Nell’intervallo qualche parola pesante di troppo in un clima ora davvero arroventato. L’energia è quella che è ed entrambe le squadre hanno bisogno di qualche minuto per ricominciare a macinare calcio. Squadre molto stanche, a corto di idee, qualche fallo di troppo e non molto altro. Otamendi prova una spaccata su una parabola su punizione di Messi ma è il primo tiro dell’Albiceleste dal pari olandese. Servirà qualcosa di più per evitare i calci di rigore. Il secondo tempo supplementare si apre con un’Argentina più propositiva che però non punge. A questo punto la paura è tanta e Scaloni si gioca l’ultima carta, mettendo in campo Angel di Maria al posto di Lisandro Martinez ma ad approfittarne è quasi l’Olanda. Serie di rimpalli dopo un calcio di punizione, Luuk de Jong prova due volte ad impensierire Martinez ma è murato efficacemente. Sul rovesciamento di fronte Enzo Fernandez va sul fondo e la mette in area piccola: girata a botta sicura di Lautaro Martinez sulla quale si immola un difensore. L’Albiceleste non ne vuole sapere di andare ai rigori e prova il colpo del KO. Enzo Fernandez ci prova da fuori area, Weghorst trova una deviazione che per un nulla non inganna Noppert. Olanda davvero alle corde per un finale al cardiopalma. A questo punto ogni pallone in area è un pericolo per la porta arancione. Con l’Argentina scoperta, l’Olanda mette alcune ripartenze insidiose ma è ancora una volta il toro Martinez a costringere Noppert all’ennesima parata con un tiro da fuori. Giocatori esausti ma continua il tiro a segno verso la porta arancione. Si chiude con l’Albiceleste in forcing e un clamoroso palo all’ultimo secondo di Enzo Fernandez che grazia il guardiameta oranje. Non serve a niente – per decidere serviranno ancora i calci di rigore.
La decidono i Martinez
Forse giusto che questo incrocio tra due nazionali blasonate si decida dagli undici metri. Se è vero che l’Argentina ha mostrato cose migliori, farsi rimontare nel finale del secondo tempo è un errore imperdonabile per chi vuol alzare la Coppa del Mondo. Il primo è Virgil van Dijk: rincorsa breve e tiro secco ma non troppo angolato. Emiliano Martinez la intuisce, si allunga bene e la manda fuori. Tocca ora a Messi testare l’allungo di Noppert. Rincorsa al rallentatore, il portiere si butta e la palla, beffarda si infila lemme lemme in porta. Tocca a Berghuis: ancora potenza, ancora poco angolato, ancora una volta Martinez battezza bene l’angolo e la spara fuori con le sue manone. Il portiere dell’Aston Villa sugli scudi. Paredes è micidiale; tiro forte, a fil di palo, Noppert intuisce ma non riesce proprio ad arrivarci. Olanda già con le spalle al muro. A tenerla a galla ci prova l’atalantino Koopmeiners. Non guarda il portiere, Martinez non si butta e il tiro si insacca. 2-1 Argentina. Tocca a Montiel, sospinto dai cori dell’aficiòn albiceleste. Portiere da una parte, palla dall’altra, è quasi fatta. Sul dischetto il man of the match Weghorst e non può sbagliare. Rigore tirato benissimo che inganna Martinez. 3-2 ma basterà un gol argentino per chiudere i conti. Enzo Fernandez, il più giovane della selecciòn è sul dischetto: il “musico” fa una rincorsa al rallentatore, Noppert non ci cade e lo costringe ad angolare troppo il tiro. Luuk de Jong per le ultime speranze arancioni: anche lui spiazza Martinez, 3-3. Tutto nei piedi di Lautaro Martinez, a caccia della prima rete mondiale. Noppert prova a farlo innervosire, si avvicina, Messi piegato in due non guarda. Rincorsa decisa, portiere da una parte, pallone dall’altra, gioco, set, partita. Sarà Croazia-Argentina, giusto così.
Il tabellino
PAESI-BASSI (3-4-1-2): Noppert; Timber, Van Dijk, Ake; Dumfries, De Roon (46' Koopmeiners), de Jong, Blind (65' de Jong); Bergwijn (46' Berghuis) ; Gakpo (112’ Lang), Depay (79' Weghorst). A disposizione: Taylor, Pasveer, Bijlow, Klaassen, Lang, Frimpong, Malacia, Simons, De Vrij, Janssen, De Ligt. Ct: Louis Van Gaal
ARGENTINA (4-4-2): Martinez; Molina, Romero (78' Pezzella), Otamendi, Martinez (111’ Di Maria); Fernandez, De Paul (66' Paredes), Mac Allister, Acuna (78' Tagliafico); Messi, Alvarez (82' Martinez). A disposizione: Rulli, Rodriguez, Di Maria, Dybala, Papu Gomez, Armani, Correa, Almada, Montiel, Foyth, Palacios. Ct: Lionel Scaloni
Marcatori: 35' Molina (A), 73' Messi (Rig.) (A), 83' Weghorst (O), 90+11' Weghorst (O)
Rigori
Van Dijk (O) - PARATO
Messi (A) - GOL
Berghuis (O) - PARATO
Paredes (A) - GOL
Koopmeiners (O) - GOL
Montiel (A) - GOL
Weghorst (O) - GOL
Fernandez (A) - FUORI
De Jong (O) _ GOL
L. Martinez (A) - GOL
Ammoniti: 44' Timber (O); 44' Acuna (A); 45+1' Romero (A); 45+3'
Weghorst (O); 76' Martinez (A); 76' Depay (O); 89' Berghuis (O); 90+1' Paredes (A); 90+2' Ake (O); 90+5' Van Dijk (O); 90+11' Messi (A); 90+11' Otamendi (A); 111’ Montiel; 112’ Pezzella (A)Arbitro: Antonio Mateu Lahoz (Spagna)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.