Sedici vittorie, due soli pareggi e ben otto sconfitte: è questo l'amaro bottino dell'Inter di Simone Inzaghi in campionato. Trenta le reti incassate in 26 giornate, 24 quelle subite in trasferta dove su 13 partite i nerazzurri hanno collezionato cinque vittorie, due pareggi e ben sei sconfitte, l'ultima quella tragicomica contro lo Spezia. Simone Inzaghi è spesso salito sul banco degli imputati in questa stagione ma contro i liguri, il tecnico piacentino, che si è anche assunto tutte le colpe, ha di fatto poche responsabilità. Sul risultato finale, infatti, hanno pesato maggiormente i gravi sotto porta dei suoi giocatori, con Lautaro Martinez protagonista per una volta in negativo.
L'argentino si è assunto la responsabilità di voler calciare il rigore non lasciando la sfera allo specialista, ed esterrefatto, Romelu Lukaku. Alla fine, l'errore dagli undici metri si è rivelato decisivo in negativo per le sorti dell'Inter perché da quel momento in poi la "fortuna" ha girato le spalle alla truppa di Inzaghi. Lautaro, ovviamente, non è criticabile in valore assoluto per leadership, attaccamento ai colori, qualità, valori morali in campo e fuori e soprattutto per quanto concerne il numero di reti e di assist, rispettivamente 17 e 7. Sui calci di rigore, però, il Toro ha dimostrato di non essere propriamente infallibile mentre il suo amico Lukaku ha segnato 17 penalty su 17 con la maglia dell'Inter, una percentuale del 100% che lascia qualche dubbio sulla scelta di Lautaro di volersi presentare dal dischetto rubando la scena al compagno. Per questa ragione è l'argentino l'uomo in meno di questa giornata di campionato.
Chi è il rigorista?
Lukaku si è mostrato perplesso nel momento in cui Lautaro Martinez ha preso il pallone per andare a calciare il rigore, ha sorriso e si è poi girato verso la panchina come a dire: "Ha fatto tutto lui" a far intendere come fosse lui il rigorista designato. Inzaghi al termine del match ha cercato di smorzare le tensioni: "Lukaku e Lautaro sono i nostri due rigoristi, erano in campo entrambi e quest'anno non era mai successo. Hanno optato per questa soluzione, è stato bravissimo Dragowski ma non mi soffermerei sul rigore quanto sui 28-29 tiri che abbiamo provato. Serviva più cattiveria, avremmo meritato il gol prima. Definire la gerarchia dei rigoristi? No, sono loro due. Sono bravi entrambi, decideremo di volta in volta. Il mal di trasferta? E' un percorso che non ci soddisfa lontano da San Siro, dovevamo avere più convinzione e cattiveria. Non credo alla fortuna nel calcio, la fortuna va cercata".
L'amara statistica
Non è la prima volta in stagione, ma è successo anche in quella passata, di assistere ad un'Inter che domina l'avversario ma che poi non riesce a finirlo e anzi molte volte arriva addirittura a soccombere come avvenuto contro lo Spezia. 8 tiri a 2 nello specchio con quasi il 70% di possesso palla. 28 tiri totali per i nerazzurri contro i 4 dei liguri: il 2-1 in favore dei padroni di casa guarando le statistiche fa riflettere sul vero problema dell'Inter e di alcuni sui calciatori: la poca cattiveria sotto porta e la scarsa capacità di capitalizzare la grande mole di gioco prodotta.
Il trucco di Dragowski
La verità è che Lautaro ha dimostrato di essere un formidabile centravanti, uno dei più completi d'Europa, con classe, tecnica e senso del gol. Tra le sue qualità l'abilità di calciare con entrambi i piedi, l'imperioso stacco di testa, la capacità di colpire in acrobazia, la furbizia, l'altruismo. Tra i suoi difetti, però, c'è quello di aver dimostrato di aver poca freddezza dagli undici metri e anche contro lo Spezia l'ha dimostrato. Nella passata stagione sbagliò un rigore fondamentale nel derby d'andata e qualche settimana dopo chiese scusa ai tifosi realizzandone un altro.
Il portiere viola Dragowski, al termine del match ha ammesso di "sapere" che l'argentino avrebbe calciato alla sua sinistra aprendo il compasso di tiro e non chiudendolo: "Sono stati bravi i preparatori dei portieri, mi hanno dato tutte le informazioni sul piatto. Io le ho sfruttate e basta: mi hanno detto che avrebbe aperto e infatti l'ha fatto", il suo racconto al termine del match del Picco.
Panchina bollente con vista Porto e Juventus
Domani sera a Oporto l'Inter si gioca tutta la stagione contro la squadra di Sergio Conceicao, battuta per 1-0 all'andata degli ottavi di finale di Champions League. Inzaghi sa che si gioca molto probabilmente la panchina o la conferma per la prossima stagione anche se per come si è messa i nerazzurri devono pure stare attenti ad arrivare tra le prime quattro vista la bagarre per centrare la Champions: "Non ci sta che l'Inter perda con lo Spezia. Per quanto riguarda la sconfitta, mi prendo le responsabilità. I ragazzi hanno messo tutto quello che avevano in campo, dovevamo essere più cinici: è questo il calcio.
C'è un trend negativo in trasferta, per quanto riguarda la prestazione abbiamo tenuto bene il campo, ma il risultato non ci soddisfa". Dopo il Porto, inoltre, ci sarà la sfida contro la Juventus, a San Siro, e un'altra sconfitta rischierebbe di compromettere definitivamente la lotta alla Champions League.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.