È morto Gigi Riva. Rombo di Tuono si è spento a 79 anni

Gigi Riva era stato ricoverato presso un ospedale di Cagliari per un malore. Avrebbe compiuto 80 anni a novembre

È morto Gigi Riva. Rombo di Tuono si è spento a 79 anni
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Rombo di Tuono si è spento. Gigi Riva, storico calciatore del Cagliari e della nazionale è morto alle 19.10 presso l'ospedale Brotzu del capoluogo sardo dove si trovava ricoverato a seguito di un malore subito nella giornata di domenica. Le sue condizioni sembra siano peggiorate improvvisamente. L'ultimo bollettino medico diramato dall'ospedale cagliaritano riportava di un paziente "Sereno" le cui condizioni erano stabili. Tutti i profili del Cagliari Calcio sono ora listati a lutto e la Figc ha annunciato un minuto di silenzio su tutti i campi il prossimo weekend. Prima del secondo tempo della partita di Supercoppa è stato osservato un minuto di silenzio e a Coverciano è stato ordinato di issare le bandiere a mezz'asta.

Rombo di Tuono, come lo chiamavano tifosi e avversari per la potenza del suo tiro, si sarebbe dovuto sottoporre nei prossimi giorni a un intervento chirurgico al cuore ma purtroppo, alle 17.50 del pomeriggio, le sue condizioni sono precipitate, rendendo vano ogni tentativo di salvarlo. "Aveva una grave malattia coronarica. Stamattina gli specialisti gli avevano suggerito un intervento di angioplastica. Lui ha deciso di pensarci. Niente faceva pensare a un peggioramento improvviso", hanno riferito i medici che l'hanno avuto in cura. Si trovava da ieri ricoverato presso il reparto di cardiologia del più grande nosocomio di Cagliari. Stando a quanto riferito, i medici avrebbero tentato anche di rianimare l'ex calciatore ma, purtroppo, ogni tentativo è andato vano. "Era stato informato del rischio di morte. Il suo consenso scritto era necessario per l'intervento", hanno detto ancora i medici, sottolineando come "Sembrava sereno e cordiale, tranquillissimo. Era d'accordo col comunicare il suo stato di salute. Era consapevole del bene che la città e la nazione intera gli volevano".

Cagliari perde uno dei suoi figli prediletti, un sardo di sangue e non di nascita, come amava ripetere chi l'ha conosciuto. Gigi Riva ha amato l'isola fin da quando, da ragazzino, è sbarcato a Cagliari per "crescere", come si diceva una volta. Nella formazione rossoblu ha potuto esprimere la sua forza e il suo talento ed è stato fautore dello scudetto, l'unico, dei sardi, nella stagione 1969/1970. Da quell'isola, poi, Gigi Riva non è più voluto andare via. Con la sua carriera ha incarnato l'esempio di "bandiera" calcistica, un vero romantico dello sport che ha trascinato un'intera isola verso la gloria. Riempiva da solo lo stadio Amsicora di Cagliari, capitano di una formazione dei sogni che ancora oggi fa brillare gli occhi agli appassionati di questo sport.

"La Sardegna mi ha dato affetto e continua a darmene. La gente mi è vicino come se ancora andassi in campo a fare gol. E questa per me è una cosa che non ha prezzo", ha dichiarato Rombo di Tuono in una delle tante interviste rilasciate nel corso degli anni. Nato a Leggiuno ma cresciuto a Cagliari, ha rifiutato molti milioni delle vecchie lire per trasferirsi in squadre più blasonate. "Perdo un grandissimo amico, abbiamo fatto una lungo percorso di vita insieme. Dal militare a tanti ricordi in nazionale. Una tristezza infinita, sono profondamente addolorato, non riesco a parlare", è stato il commento di Dino Zoff, storico compagno di nazionale. Sono tanti i commenti, degli sportivi, dei personaggi noti e anche dei politici, che oggi ricordano uno grande dello sport italiano, come giocatore e come dirigente.

"Perdiamo uno dei simboli del calcio italiano, un giocatore fantastico e soprattutto un uomo vero, di una rettitudine unica, con la Sardegna nel cuore. È stata una fortuna averlo conosciuto", ha dichiarato Fabio Capello, compagno di nazionale di Gigi Riva. "Ho passato tanti anni con lui e quando sono arrivato a Cagliari all'inizio della mia carriera ho dormito due anni con lui.

Non avevo l'auto, ero sempre con lui e siamo diventati amici sia in campo che fuori. Poi io sono tornato all'Inter e ci siamo ritrovati in Messico per quella bellissima esperienza", è il ricordo di Roberto Boninsegna, che con lui ha condiviso l'esperienza di club e nazionale.

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