Juventus, l’inchiesta si allarga: coinvolte altre 6 città

L'inchiesta Prisma finalmente si allarga alle squadre che avrebbero partecipato alle operazioni sospette della Juventus. Nella giornata di venerdì, fascicoli sono stati trasmessi alle Procure di Genova, Bergamo, Udine, Modena, Bologna e Cagliari.

Juventus, l’inchiesta si allarga: coinvolte altre 6 città

Fin dall’inizio dell’inchiesta della procura di Torino sulle irregolarità nel bilancio della Juventus, la critica più comune da parte dei tifosi bianconeri era sempre la stessa: come mai non sono finite nel mirino anche le altre società? La notizia arrivata in giornata potrebbe essere il preludio alla temuta estensione dell’inchiesta ad altre società professionistiche, con ripercussioni al momento imprevedibili. Su richiesta delle altre Procure territoriali, sarebbero state trasmesse una serie di documentazioni raccolte nell’inchiesta Prisma ad altre sei città italiane. Anche se la mossa della procura torinese non è che un atto dovuto, questo potrebbe essere l’inizio di una nuova fase di questo scandalo che potrebbe sconvolgere le fondamenta stesse del sistema calcio italiano.

L'inchiesta si allarga

Secondo le informazioni rese pubbliche venerdì, i vari fascicoli contenenti documenti e trascrizioni di intercettazioni sarebbero arrivati alle procure territoriali che, nei giorni scorsi, avevano avanzato richiesta tramite i canali ufficiali. Al momento stiamo parlando delle procure di Genova, Bergamo, Udine, Modena, Bologna e Cagliari ma non è detto che nei prossimi giorni non arrivino richieste simili da parte di altre realtà territoriali. Anche se ha causato un certo sconcerto, in realtà questo passaggio era quasi scontato fin dall’inizio dell’inchiesta sui conti della Juventus, visto che i reati finanziari non possono che essere perseguiti dalle procure competenti. Ora che i vari territori sono coinvolti, le varie altre squadre coinvolte nelle transazioni dei vari giocatori potranno essere investigate direttamente per stabilire se siano effettivamente stati commessi reati.

Secondo le dichiarazioni dei pm torinesi in varie occasioni, il numero di squadre coinvolte potrebbe essere molto significativo ma il grosso riguarderebbe cinque società di Serie A: Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Empoli ed Udinese. Meno chiaro stabilire quante sarebbero invece le società minori coinvolte solo occasionalmente dalle varie operazioni. Nelle carte, secondo più osservatori, sarebbero state citate Parma, Pisa, Monza, Cosenza, Pescara e Grosseto ma l’elenco non sarebbe esaustivo. La questione che rimane ancora aperta è però quali saranno le tempistiche delle varie operazioni. Il fatto, ad esempio, che le procure delle sei città abbiano richiesto di vedere i documenti non vuol necessariamente dire che saranno aperte delle inchieste o ancora meno che si deciderà di procedere nei loro confronti.

Nel mirino Udinese e Atalanta?

Al momento il tribunale torinese sembra impegnato totalmente nel preparare l’udienza preliminare del processo alla dirigenza bianconera, che si terrà il 27 marzo. Secondo le ultime notizie trapelate, nei giorni scorsi gli inquirenti hanno ascoltato una serie di testimoni per chiarire alcune operazioni condotte negli anni scorsi tra la Juventus e due società di Serie A: l’Udinese e l’Atalanta. Una delle persone informate dei fatti interrogata dalla Procura sarebbe l’ex bianconero Rolando Mandragora e il vicepresidente dei friulani Stefano Campoccia. A sollevare parecchi dubbi sarebbe infatti l’operazione inconsueta che vide il passaggio del bianconero all’Udinese nel 2018 con una clausola di “recompra”, esercitata due anni dopo dalla società torinese. Al momento non è dato sapere come siano andati questi interrogatori e se saranno presto interpellati altri testimoni legati a questo affare.

Il secondo filone più caldo riguarda invece varie transazioni con l’Atalanta, una delle squadre dalle quali la Juventus ha preso più giocatori negli ultimi decenni. Nessun dettaglio è disponibile finora ma si parla di multiple operazioni che coinvolgono diversi giocatori. La pietra del contendere sarebbero alcune somme non messe a bilancio da parte delle varie società, un fatto non insignificante quando si vuol provare l’irregolarità di certi movimenti sospetti di giocatori. Per fortuna delle squadre interessate, non si dovrà aspettare molto prima di sapere se la Procura estenderà o meno i capi di accusa.

Se avranno abbastanza elementi per procedere, gli inquirenti renderanno note le loro decisioni già nel corso dell’udienza preliminare. Insomma, al momento nessuna squadra rischia niente, ma molte società si ritrovano da oggi con una preoccupante spada di Damocle sulla testa. Certo non una cosa ideale nel momento chiave della stagione...

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