Quando Lazio e Roma si fusero per affrontare l'Armata Rossa

Oggi sembra incredibile, ma il 1° novembre del 1973 le due squadre della capitale si allearono per sfidare il terribile Cska Mosca

Quando Lazio e Roma si fusero per affrontare l'Armata Rossa
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Alzi la mano chi ci crederebbe oggi, con il campanilismo portato all'esasperazione più solenne e i toni che si scaldano per mezzo striscione. Gli sfottò che rintuzzano dalla curva nord e le risposte acuminate che promanano dalla Sud. Oggi il derby, ogni derby, è sempre di più una liturgia antica che contempla la fede a qualunque costo e scansa le strette di mano. Figuriamoci a Roma. Eppure, il primo novembre del 1973, proprio qui si consumò un fatto impensabile per noi, ma nemmeno troppo per l'epoca, dato che era comunque già successo durante il fascismo. Lazio e Roma fuse insieme, per affrontare all'Olimpico un terribile nemico: la squadra dell'Armata Rossa. Il Cska Mosca.

Ma andiamo con ordine. Era, quella, un'Italia che iniziava già a lacerarsi per la stagione del piombo, mentre tutt'intorno il mondo sospirava impaurito per la logorante Guerra Fredda. Il pretesto per l'insolito match? Le Giornate della cultura italo - sovietica. Roba che sembra provenire da un altro pianeta, ma che succedeva davvero.

La Lazio di Maestrelli avrebbe vinto lo scudetto. La Roma di Scopigno prima e Liedholm in corsa era più inguaiata e sarebbe arrivata ottava, ma annoverava comunque una discreta selva di talenti. Chinaglia e Prati insieme, davanti: come se oggi Immobile e Dybala giocassero accanto. E ancora, Re Cecconi e Agostino Di Bartolomei. Domenghini e Frustalupi. E quello stemma con l'aquila che sorvola sulla lupa. Oggi servirebbero caterve di pizzicotti e penseresti comunque che deve trattarsi di una qualche pellicola distopica.

In campo, nel primo tempo, Maestrelli e Scopigno mandano Pulici, Morini, Martini, Rocca, Batistoni, Wilson, Domenghini, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi e Prati. Nella seconda frazione entrano Ginulfi, Ranieri, Petrelli, Nanni, Oddi, Santarini, Garlaschelli, Di Bartolomei, Cappellini, Spadoni e Manservisi. Un generoso dispendio di talento. Ma non basta: i russi la spuntano 1-0, con una rete di Kuznetzov al quarantacinquesimo.

La mista Lazio - Roma se ne esce tra i fischi. Lo stadio, ricolmo, si svuota malinconicamente. C'è chi dice che era tutto combinato, che i governi fossero d'accordo che doveva andare così.

Forse è semplicemente mancata l'amalgama, sibila qualche penna arguta in tribuna stampa. Come dargli torto? Mettere nella medesima stanza nemici giurati non è mai stata la più acuta delle idee, nel calcio come in guerra.

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