Calzature, la Cina rischia

Una delegazione di Pechino incontra Mandelson: si cerca una soluzione per evitare che l’Europa imponga dazi

da Bruxelles

La Cina ha la «responsabilità» di garantire che i propri produttori di calzature non ricorrano a pratiche illegali di dumping: è quanto ha puntualizzato ieri il commissario Ue al Commercio, Peter Mandelson, al termine di un colloquio a Bruxelles con il viceministro cinese al commercio, Gao Hucheng, che oggi incontrerà il direttore generale del commercio di Bruxelles, David O’Sullivan.
Al centro della “due giorni” di Gao Hucheng c’è proprio il contenzioso con l’Europa sulle calzature: la Cina punta, in sostanza, a evitare future mosse dell’Ue che possano colpire l’export di Pechino. «Quello di oggi (ieri, ndr) è stato un colloquio costruttivo», ha commentato Mandelson.
È probabile che le indagini anti-dumping giungano a conclusione a fine mese, o ai primi di febbraio. Bruxelles ha comunque tempo «fino al 7 aprile», ha precisato il portovoce di Mandelson.


Le inchieste avviate a luglio da Bruxelles puntano a verificare se - come sostengono i produttori dell’Italia, che copre circa il 40% della produzione dei Venticinque, della Spagna e di altri Paesi Ue - Pechino porti avanti pratiche di dumping pregiudizievoli nei confronti dell’industria europea.

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