La soluzione è semplice. Per uscire dalla crisi in cui il Parlamento inglese è incappato con lo scandalo dei rimborsi fasulli e riconquistare, se non l'affetto, almeno il rispetto dei cittadini di Sua maestà, i deputati della camera di Comuni dovrebbero autoridursi. Parola del leader dei Tories David Cameron, che riecheggia un tema portato di recente alla ribalta in Italia dal premier Silvio Berlusconi. «Seicentocinquanta parlamentari sono troppi - ha scritto il capo dell'opposizione sul The Daily Telegraph rispondendo ai lettori che lo intervistavano -. Dobbiamo dimostrare di essere in grado di fare quel che chiediamo a tutti gli altri, fare di più con minori risorse».
Attualmente, i deputati inglesi sono 646, ma dovrebbero salire a 650 dalle prossime elezioni politiche, mentre il leader dei Tories ha proposto di tagliare questo numero «almeno del 10 per cento». Fermo restando, ovviamente, che prima di tutto «è necessario un comportamento più responsabile. Questo è il motivo per cui lo scandalo ci ha danneggiato così tanto: come si può parlare di responsabilità nell'economia o nella società quando i politici sono stati così irresponsabili?».
L'attacco di Cameron all'attuale Parlamento non si è fermato semplicemente qui. «Mi vergogno di ciò che è accaduto, non avrei mai pensato che si potessi arrivare a tanto, a una mancanza di buon senso e ragionevolezza così scioccante», ha spiegato cospargendosi il capo di cenere, prima di tornare all'attacco dicendo che «i deputati coinvolti nello scandalo dei rimborsi dovrebbero essere accusati di truffa. Non spetta a me chiamare la polizia, ma la polizia la legge la conosce e se a Scotland Yard riterranno che sia stata infranta agiranno senza paura o favoritismi».
E anche se nello scandalo dei rimborsi fasulli sono coinvolti sia deputati laburisti che conservatori, stando ai sondaggi le conseguenze sono a senso unico e a uscirne con le ossa rotte sarebbero i laburisti guidati dal premier Gordon Brown, già da mesi in difficoltà nelle rilevazioni e sempre più vicino a fine corsa.
Secondo un sondaggio pubblicato dal Times, infatti, il Labour sarebbe precipitato fino ai minimi storici, con un calo del 5 per cento rispetto alla già disastrosa rilevazione precedente. E se il partito di Brown e Blair è accreditato attorno al 21 per cento (il dato peggiore da quando sono stati istituiti i sondaggi), sono ancora meno gli elettori convinti che in un modo o nell'altro Brown possa riuscire a restare al numero 10 di Downing street dopo le prossime elezioni politiche: soltanto 14 su 100 non prevedono un trasloco forzato per l'ex cancelliere dello Scacchiere, mentre oltre la metà degli intervistati (il 51 per cento) è convinto che lì ci andrà a vivere il ciclista Cameron. Nonostante anche i Tories siano coinvolti nello scandalo, infatti, hanno guadagnato due punti, salendo al 41 per cento.
Una circostanza che non rende certamente felice Brown: per restare in sella fino alla fine della legislatura, però, l'uomo che è successo a Tony Blair avrebbe deciso un rimpasto di governo, per dare l'idea di affrontare di petto sia lo scandalo dei rimborsi che la crisi economica.
Con questo rimpasto, che dovrebbe avvenire subito dopo le elezioni europee, Brown sarebbe intenzionato a coinvolgere maggiormente gli alleati, e specialmente i liberal-democratici, concedendo loro qualche posto nel gabinetto di governo. Una mossa disperata nel tentativo di garantirsi qualche carta da giocare nei prossimi mesi, sempre che il voto di giovedì non segni definitivamente la sua uscita di scena, condannandolo ad anni di opposizione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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