«Campi rom e cortei ecco i veri problemi da risolvere nel 2010»

Casilino 900 sarà chiuso entro febbraio. Per i rom potrebbero aprirsi le porte del Cie di Ponte Galeria. Da trovare a tutti costi un’intesa con i sindacati per limitare i cortei: mai più di uno al giorno. Tanti i buoni propositi sotto l’albero del Prefetto Giuseppe Pecoraro per il 2010. Ad annunciarli è stato lui stesso ieri nella tradizionale conferenza stampa di fine anno a Palazzo Valentini.
«Chiuderemo il Casilino 900 entro i primi di febbraio» ha assicurato Pecoraro: «La situazione è complessa perché dentro è affollato e ci sono parecchie etnie diverse». Quanto alla situazione complessiva dei campi nella capitale, Pecoraro ha voluto ricordare che il problema risale ad almeno 20 anni fa, «ma la ristrutturazione che abbiamo cominciato a fare ci permetterà di avere campi attrezzati e di sapere sempre chi vi è all’interno». E comunque «il problema risale ad almeno 20 anni fa». La colpa non sarebbe di Veltroni e Rutelli, insomma, ma di... Carraro, Signorello, Giubilo.
In compenso il 31 luglio, alla presentazione del piano nomadi, Pecoraro era stato più preciso: entro ottobre non solo Casilino 900, ma anche Tor de’ Cenci e La Martora, saranno ridotti del 50 per cento. Ora pare che con i tempi si ricominci. Il prefetto, invece, ha valutato bene la proposta del sindaco Alemanno, che si è appellato al ministro Maroni per sgomberare l’attuale Cie di Ponte Galeria dagli immigrati e utilizzarlo per i nomadi. «A giugno ho già chiesto a Maroni di sopprimere il Cie e spostarlo in un altro centro del Lazio» ha affermato Pecoraro: «Nel frattempo abbiamo fatto dei lavori per renderlo più dignitoso. Potrebbe essere utilizzato come campo di sosta per i rom».
Con la Befana cesserà invece la moratoria sui cortei. La città tornerà alla paralisi della circolazione un giorno sì e l’altro pure. «Quello dei cortei è un problema serio - dice Pecoraro - ma non si possono vietare, perché il diritto a manifestare è un segno di democrazia. Si potrebbe pensare, però, a dei presidi fissi che si avvalgano del servizio pubblico televisivo». Se ne parlerà nei prossimi mesi. Nell’immediato invece Pecoraro chiede a chi organizza le manifestazioni «almeno il rispetto degli orari di partenza e chiusura comunicati alla questura». «Sicuramente bisogna evitare due cortei in un giorno - aggiunge -. Per questo dobbiamo trovare un accordo con partiti e sindacati per aggiornare il protocollo». Peccato che, dati della Questura alla mano, i cortei dei sindacati siano una frazione minima, suppergiu il 10%. Chi manifesta 6-7 giorni alla settimana sono soprattutto centri sociali, Unione studenti, universitari dell’Onda, movimenti trans e lesbiche, ultras del tifo organizzato. Gente a volte di identificazione difficile, abituata a bloccare la città senza preavviso. Infine, una precisazione sulla soppressione della fermata dell’autobus a via del Plebiscito, a pochi passi da Palazzo Grazioli: «La decisione è stata mia.

Ero stato avvertito di una situazione di pericolo, la fermata può costituire uno strumento per mettere a rischio la sicurezza del premier e della scorta. Non escludiamo altri piccoli provvedimenti. Ma sicuramente non chiuderemo la strada».

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