Campionato: lite sulla data d’inizio

nostro inviato a Torshavn
Guerra santa, nel calcio italiano, per una data. Importante, simbolica, fissa l’inizio del campionato d’accordo ma sempre di una data si tratta e di uno scarto minimo, una settimana di differenza. Intorno a questa data (19 agosto la proposta di calciatori e Donadoni, convinti che una settimana di anticipo possa salvare la qualificazione europea del prossimo settembre, 26 agosto la scelta adottata da società e, quindi, dalla Lega), lo scontro è diventato l’ultima baruffa del governo del calcio. A trasformare il dissidio, incarnato da Abete, neopresidente della Figc, e Matarrese, presidente della Lega, in una specie di duello rusticano, ha provveduto Gianni Petrucci, presidente del Coni. Da qualche tempo, nel nobile tentativo di fare da «badante» ad Abete e di mettere in riga il suo ex principale don Tonino, ha preso a intervenire su ogni questione calcistica, anche la più banale, tipo appunto la data d’inizio del campionato, accentuando la frattura. Già perché sulla data del 26 agosto, persino il presidente federale Abete è d’accordo. Lo hanno convinto le documentate motivazioni firmate da Adriano Galliani. Anche l’opposizione dei calciatori, ribadita con le dichiarazioni di Cannavaro, è di facciata. La loro richiesta più pressante – conservare le tre settimane di vacanza a Natale - è stata accolta. E allora perché mai Abete e Matarrese non depongono l’ascia di guerra? Perché nessuno dei due vuol fare la figura di chi ha perso. Di qui il rinvio della questione al 7 giugno, quando saranno noti i risultati delle due partite di fine stagione dell’Italia, che giocherà domani con le Far Öer e mercoledì prossimo in Lituania. Due successi sposteranno in avanti le lancette dell’orologio del prossimo campionato e potremo tutti insieme fare il Ferragosto in famiglia. Altrimenti... Nel caso, per davvero disgraziato, la doppia trasferta dovesse concludersi senza il bottino pieno, allora sarà inevitabile l’anticipo. Come se la qualificazione possa davvero dipendere da una settimana in più o meno di campionato. La Francia e l’Ucraina, a quell’epoca, saranno già avanti con i loro rispettivi tornei, è l’obiezione scontata di chi spinge per il 19 agosto. Vero.

Ma se il governo del calcio italiano pensa di salvare la partecipazione al prossimo europeo anticipando di una settimana, allora siamo messi male. E nessuno ci salverà. Neanche qualche golletto contro Far Öer e Lituania.

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