Alessandro Parini
da Torino
Fabio Capello dice di averlo visto bene. «Molto bene, anzi. Carico, a posto. In partitella ha fatto cose ottime. Queste cose lo esaltano». Dove «cose» può essere tradotto con polemiche, atmosfere, contestazioni e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente il soggetto di tutto ciò è Alessandro Del Piero, più che mai uomo copertina anche (soprattutto) in un periodo in cui vede poco il campo e meno ancora la porta. La settimana è andata come tutti (forse) sanno: la punzecchiatura da parte di Lapo Elkann («Del Piero costa troppo per quello che rende. È un lusso che non ci possiamo più permettere»), il farsi coraggio di Del Piero sul proprio sito Internet («La mia prossima presenza in Champions equivarrà al mio centesimo gettone in Europa, traguardo che significa tantissimo per me e che rappresenta un record assoluto in casa bianconera. Intrigante ma un po' più impegnativo sarà invece raggiungere e possibilmente scavalcare due mostri sacri come Bettega e Boniperti nella classifica dei marcatori juventini di tutti i tempi, e per farlo mi mancano sei reti: io ci provo»).
Tanto per cambiare, insomma, è Del Piero il parafulmine della Juventus: luomo sempre al centro dellattenzione, ieri per le imprese sul campo e oggi per il chiacchiericcio che si fa intorno al suo contratto plurimilionario e alle possibilità che ha di scendere in campo. Oggi, terza giornata di campionato contro lAscoli, dovrebbe calcare lerba del terreno di gioco per la prima volta. Un record anche questo, negativo però: solo nella stagione 1995-96, quando era poco più di un ragazzino, il numero dieci bianconero non era sceso in campo da titolare allesordio di campionato. Poi ci si è mezzo di mezzo un guaio muscolare che gli ha fatto perdere sia la trasferta in Bielorussia con la Nazionale che la successiva trasferta di Empoli con la Juve. E mercoledì scorso, a Bruges nella prima di Champions, altri novanta minuti in panchina: un ruolino non da Del Piero, certamente.
Poi, le frasi di Lapo e ieri i complimenti di Capello. Che a questo punto, per coerenza, dovrebbe mandare in campo Pinturicchio dal primo minuto di gioco: «Sto pensando a un minimo turnover, ma deciderò in mattinata». Concesso, mister. Ieri, però, nellultima seduta di allenamento Del Piero è stato schierato nel tridente con Trezeguet e Mutu, mentre dallaltro lato cerano Ibrahimovic e Zalayeta: «Di tridente non se ne parla - ha poi aggiunto Capello -. Di t ne basta una ed è la lettera con cui inizia la parola turnover. Il discorso sui moduli, poi, non mi interessa più di tanto. Limportante è mettere in campo una squadra equilibrata: il calcio più difficile, come diceva Liedholm, è quello semplice».
Punto e a capo, quindi. Diciamo Del Piero al fianco di Trezeguet, allora, ben sapendo che le alternative non mancano a una squadra dimostratasi finora in grande salute. «La volontà è quella di continuare la nostra marcia - ha buttato lì il tecnico -. La Juve vista a Bruges aveva davvero pochi difetti: se continuassimo così, percorreremmo una strada davvero bella, ma siamo consapevoli del fatto che non sarà sempre possibile ripeterci su quei livelli».
Con lAscoli, in ogni caso, sarebbe una sorpresa se la vendemmiata non proseguisse e la Juve non intascasse il terzo successo consecutivo in campionato.
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