LA CAPITALE DEL GUSTO

LA CAPITALE DEL GUSTO

Fabrizio Micheli

Sembra che alla base del bel girone di ritorno della Roma ci sia la tranquillità dei giocatori, ritrovata più che nello spogliatoio fra i tavoli di Checco allo Scapicollo. Il ristorante, che è proprio sulla strada per Trigoria, è il riferimento gastronomico della squadra. Checco (al secolo Francesco Testa) lo è stato e continua a esserlo anche per molti degli abitanti del Laurentino, che lo ricordano in versione proletaria, quando il locale era poco più di una trattoria di campagna. Ora che è circondato dalla città è giustamente cresciuto, conservando tuttavia quel tratto rustico che lo aveva reso familiare ed accessibile. È quasi una cittadella: 4 sale interne, ampi spazi all’aperto, giardini e verde a profusione, fanno di Checco uno dei luoghi più frequentati per le cerimonie. L’ambientazione è adeguata, con le lunghe tovaglie bianche, l’apparecchiatura sontuosa e una cantina scenografica con qualche migliaio di bottiglie. Se si ha la fortuna di capitare in una giornata «normale», l’esperienza gastronomica è di quelle senza rischi, ma anche senza grandi emozioni.

Il menù è quello classico dei ristoranti dai numerosi coperti, dove c’è un po’ di tutto. Anche la pizza, in un locale nel locale chiamato «La pizza de Checco». La nota dolente è il servizio, che nei momenti di piena diventa stressato e stressante. Sui 30 euro.

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