Car sharing in aumento preferito a bus e metro

Cresce l'attenzione dei fleet manager verso il contenimento dei costi. Aniasa: 2016 record

Mauro Serena

I Big Data rivoluzionano il mondo delle flotte. Lo afferma il 43% dei fleet manager, interpellati da GR advisory, società leader di ricerche e analisi sulla mobilità aziendale, per il Corporate Vehicle Observatory di Arval. Un altro 29% è convinto che il cambiamento avverrà da qui ad alcuni anni. Comunque la si veda, il reporting di qualità è diventato uno strumento indispensabile per il 94% dei gestori di flotte aziendali, secondo la stessa ricerca, e addirittura il 63% lo considera uno strumento essenziale per il proprio lavoro.

I dati analizzati dalla ricerca - condotta su 245 aziende - hanno messo in luce come, nel 76% dei casi, l'obiettivo dell'analisi gestionale sia il controllo dei costi: chilometri, consumi e sinistrosità sono le voci più importanti che i fleet manager vogliono misurare. La caratteristica più apprezzata di questi strumenti dal 74% degli intervistati - è la possibilità di avere un cruscotto di controllo con visibilità immediata di tutti i dati che riguardano il parco autoveicoli, amplificata dal possibile utilizzo di app dedicate, approvate dal 78% delle aziende, che permettono un facile monitoraggio anche attraverso apparecchi non collegati alla vettura, quali smartphone, tablet e phablet.

La ricerca ha anche evidenziato come i dati vengano confrontati con dei KPI (Key Performance Index, cioè indicatori chiave di efficienza ed efficacia) che nel 63% dei casi sono ancora basati su obiettivi interni aziendali e solo nell'8% dei casi si confrontano con riferimenti e valutazioni di mercato.

Restando nel campo delle ricerche di settore, sono stati presentati i dati annuali di Aniasa, l'Associazione dei noleggiatori (ma non solo: una fetta sempre maggiore di mobilità viene da essa rappresentata). Il nuovo presidente Andrea Cardinali ha introdotto i numeri di un'annata, il 2016, da record, che continua nel 2017 con il 25% delle nuove auto immatricolate a noleggio. Le alimentazioni «alternative» crescono, e gli scenari globali prevedono una riduzione costante del diesel.

Per ora la mobilità alternativa è rappresentata dal car sharing, attraverso una ricerca di Bain & Co. che rileva il fatto che l'auto condivisa tende a sostituire più i mezzi pubblici che l'auto propria: solo il 12% di utilizzatori del car sharing, infatti, dichiara di non possedere un'auto. L'utilizzatore medio è soprattutto un pendolare che si muove per motivi di lavoro (ben l'85%), tuttavia non viene misurato dalla ricerca l'effetto dell'incentivazione promossa dalle aziende attraverso sistemi di Corporate Car Sharing, mediante l'uso delle vetture pool aziendali e di servizi disponibili sul mercato.

Il car sharing dovrà essere promosso e utilizzato in maniera maggiore in futuro, secondo le indicazioni offerte dallo studio, visto che le nostre

maggiori città (Roma in testa) risultano molto più congestionate dal traffico automobilistico (Roma 57% della mobilità urbana, Milano 47%) rispetto alle grandi capitali europee, come Berlino (31%), Madrid (29%) e Parigi (17%).

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