Caro Babbo Natale, cin cin

di Andrea Cuomo

Caro Bacco Natale, ehm, Babbo Natale.

Quest'anno per le feste portaci tanti vini buoni.

Sì, d'accordo, ce li porti ogni anno, ma quest'anno portaceli ancora più buoni.

Come? Se siamo stati più buoni del solito? No, dài, non puoi dire sul serio. Noi siamo stati i soliti, un po' angeli un po' diavoli. Ma vuoi mettere che cosa abbiamo dovuto sopportare in quest'anno nemmeno bisestile? Il terrorismo, la crisi che non finisce, la politica nella palude. Basta? Ah dici che non basta? Ok. Mettiamo sul piatto anche la morte di Hugh Hefner, che ha inventato Playboy e alzato l'asticella del nostro immaginario sessual. E quella di Fantozzi (sì, vabbè Paolo Villaggio, è uguale), che ha abbassato tragicamente l'asticella della nostra vergogna di sfigati. E poi, oh, non ci siamo qualificati per il Mondiale di calcio. Niente niente frittatone con le cipolle, niente maxischermi in piazza. Meno notti magiche, più notti tanniche. Amen.

Quindi, Babbo Natale, riempici i bicchieri. Ne abbiamo voglia. Ne abbiamo diritto.Portaci tanto Barolo, che resta il nostro vino preferito, austero come un consiglio dei ministri guidato da Paolo Gentiloni ma assai più foriero di sogni. Portaci del vino dell'Etna, minerale ed elegante, e che il vulcano sia con noi. Portaci del Riesling, magari alsaziano, di cui ci siamo innamorati in questo anno gramo. Portaci tanto Champagne, che le bollicine ci fanno vivere meglio, e quindi già che ci siamo anche del Franciacorta, del Trento doc e se qualcuno vuole il Prosecco saremo clementi.

Poi, caro Babbo Natale, già che ci siamo facci anche alcuni piccoli piaceri. Niente di che. Ci guadagnamo tutti.

Portati con te tutti quelli che aprono una bollicina secca con il panettone, magari di quelli comprati all'Esselunga a 5,99. Delle due l'una: o non capite nulla di spumanti o non capite nulla di panettoni. O non capite niente di entrambi.

Portati via anche i bicchieri di plastica. O meglio: lasciali per l'acqua e per la cocazzero.

Portati con te i tecnicismi eccessivi, il salamelecchi da sommelier, l'autoreferenzialità da critico militante.

Portati via i talebani del vino: quelli che io solo naturale, quelli che non avrai altro bio all'infuori di me, quelli che il vino come l'omo ha da puzza', quelli che io al supermercato mai, quelli che lo famo strano per forza.

Portati via i fanatici dell'abbinamento con il cibo, che a forza di aspettare un brasato quella bottiglia di Barbaresco del 1987 è diventata imbevibile.

Dacci il nostro vino quotidiano. No scusa, ci siamo confusi con il destinatario. Ma tu daccelo lo stesso: buono, democratico, al giusto prezzo. E bevuto con la persona giusta.

Ah, Babbo Natale, vuoi un goccetto?

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