Lo spettro della recessione

Il crollo della Borsa di Tokyo è solo l'episodio più evidente di un fenomeno che ha a che fare con gli equilibri economici internazionali e l'intelligenza artificiale

Lo spettro della recessione
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Lo scrollone che in questo inizio d'agosto ha destabilizzato le Borse di tutto il mondo, e di cui il tonfo del 12% di Tokyo è l'episodio più spettacolare, ha motivazioni che fanno presagire nuove rotture. Probabilmente non siamo ancora alla «tempesta perfetta» evocata dall'Economist, perché le proiezioni a 12 mesi della crescita americana restano positive; ma il tema della recessione incombe e non va sottovalutato. Perché nasce dalla consapevolezza che l'Intelligenza Artificiale e l'industria dei chip che la supporta sono state alimentate troppo presto da speranze di profitti al momento irrealistiche. Ciò spiega le forti oscillazioni subite nelle ultime settimane dalle azioni di giganti tecno quali Apple, Alphabet, Microsoft, Amazon, o di campioni nei semiconduttori come Nvidia e Intel, che proprio sull'IA hanno deciso di giocare la loro scommessa di crescita.

Non che in quei bilanci gli utili manchino, ma nell'ultimo periodo sono stati prodotti in misura inferiore alle attese. Ciò è bastato perché l'economia americana subisse una brusca frenata, inducendo la Federal Reserve a ipotizzare un taglio dei tassi non per consolidare una crescita sana di fronte a un'inflazione rientrata nei ranghi, ma per impedire che le ombre della recessione prendano il sopravvento. In tal modo, per paradosso, si è amplificata la percezione negativa di investitori piccoli e grandi in ansia per il clima di guerra che ormai si respira a tutte le latitudini.

Se a ciò si aggiungono la forza dello yen per l'aumento dei tassi deciso dalla banca centrale giapponese, il carico di timori rappresentato dalla frenata dell'economia cinese e i suoi riflessi su quella tedesca già alle prese con una crisi provocata dai non pochi errori del governo Scholz, ben si giustifica lo sgonfiamento di una bolla che pure aveva le sue ragioni.

Resta da chiarire se la rottura degli indici avrà carattere strutturale, rappresentando l'inizio di una fase di depressione di lunga durata, oppure se come più volte è accaduto - agosto è il mese delle discontinuità borsistiche - dopo la fase acuta si avrà un rilancio delle quotazioni da basi più ragionevoli. Capiremo di più monitorando con una certa frequenza lo stato di salute dell'economia Usa già a partire da questa settimana, con il dato sulle richieste di sussidi alla disoccupazione in calendario giovedì.

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