La carriera della Cardinale trova un «Pardo» a Locarno

Il Festival del Cinema di Locarno è al giro di boa di questa sua 64ma edizione, che si concluderà sabato 13. L’annuale rassegna nella «perla» svizzera del lago Maggiore (una delle più longeve in assoluto) riveste sempre un fascino particolare. Certamente la location si prende una buona fetta del merito: la città affacciata sulla sponda ticinese del Verbano sa essere seducente quanto basta, con tutto il suo mix di sapori tra internazionalità (si sente certamente parlare più tedesco e inglese che italiano), a due passi dal confine, e schiettezza provinciale (nel senso più nobile e apprezzabile del termine). Poi la stagione: agosto qui è solitamente soleggiato e caldo, senza mai colpire troppo duro. Poi c’è la natura originale della kermesse, che la distingue con successo consolidato da tutte le altre vetrine del cinema mondiale.
Come sottolineano gli organizzatori, il festival ha saputo restare fedele alla sua matrice, «sempre sensibile alle mutazioni del cinema e attento a individuare nuovi talenti». Poi c’è, come sempre, il fattore qualità. Continua infatti la volontà di mantenere basso il numero di film selezionati, «per garantire loro una visibilità ottimale - continuano gli organizzatori - pur offrendo proposte differenti, attraenti e affascinanti, che danno spazio alle cinematografie del mondo, alla creazione cinematografica in tutte le sue componenti e sfaccettature, nonchè alla grande storia del cinema», con eventi di grande respiro, come la grande retrospettiva dedicata quest’anno a Vincente Minnelli, maestro della commedia musicale e del melodramma hollywoodiano. Tutti i film del grande regista di Chicago, scomparso nel 1986 a Beverly Hills, sono in corso di proiezione nelle migliori copie disponibili in 35 mm. Ma quest’anno il Festival del lago riserva ai cinefili italiani e non solo una sorpresa particolarmente gradita: l’ambìto riconoscimento del «Pardo alla carriera» sarà infatti consegnato a Claudia Cardinale, icona della bellezza tout court e protagonista di pellicole indimenticabili dagli anni Sessanta fino a oggi: da Il gattopardo di Visconti a La ragazza con la valigia di Zurlini, passando attraverso Il bell’Antonio di Bolognini, C’era una volta il West di Leone, Nell’anno del Signore di Magni e Il prefetto di ferro di Squitieri, solo per citarne alcuni.
Molte e differenti le personalità che stanno animando la kermesse: tra le altre, Harrison Ford, Daniel Craig, Olivia Wilde e il regista Jon Favreau, per la prima europea di Cowboys & Aliens. Ma anche Bruno Ganz, Ingrid Caven, Kabir Bedi, Guy Bedos, Abel Ferrara, Mike Medavoy, Adoor Gopalakrishnan, Claude Goretta, Hitoshi Matsumoto, Kati Outinen, Pierre Richard, Maribel Verdú, Anri Sala, Daniel Brühl e Nicolas Winding Refn. Il «Concorso Internazionale» di questa edizione 2011 propone 20 lungometraggi, di cui 14 in prima mondiale. Il «Concorso Cineasti del presente» offre invece 14 opere prime e seconde, di cui 9 in prima assoluta: la sezione conferma un’apertura sui paesi emergenti nel panorama cinematografico internazionale, con attenzione particolare agli autori più originali nel variegato e nutrito ambito della scena indipendente. La sezione «Pardi di domani», dedicata ai cortometraggi, si arricchisce della nuova area «Corti d’artista». Parallelamente ai concorsi, una quindicina i titoli fuori concorso.

Vale la pena di sottolineare anche l’impegno sociale del Festival, che rende omaggio al coraggio di Jafar Panahi, condannato a sei anni di galera e interdetto per vent’anni dall’attività di regista per le sue critiche al regime iraniano (programma e dettagli su www.pardo.ch).

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