Casa del "Giornale" al desaparecido

In ottobre uomini armati hanno portato via un uomo, da allora non si è saputo più nulla di lui

Casa del "Giornale" al desaparecido

Trincomalee (Sri Lanka) - «Cinque mesi fa mio genero è andato in cerca di lavoro per sfamare sua moglie e il loro bimbo. Ci ha chiamato al telefono da Jaffna (estremo nord dello Sri Lanka, ndr) dicendo che la madre gli aveva prestato dei soldi e stava tornando a casa. Poi non abbiamo saputo più nulla», racconta Mary Sinnathambi sotto le palme del villaggio di Kattokulam, uno dei due (l’altro è Tiryal) che rinascerà grazie al buon cuore del lettori del Giornale.
Il milione di euro raccolto dopo lo tsunami, con l’aiuto della Banca Popolare di Sondrio, sono serviti per le 100 case in costruzione in questa povera e sperduta zona nel nord-est dello Sri Lanka. Selvarasa, il ragazzo scomparso, ha 24 anni e doveva ricevere una delle case del progetto realizzato dal Cesvi di Bergamo e finanziato dal Giornale.
Sinnathambi, in ciabatte e sarong, il pareo tradizionale che gli uomini indossano a queste latitudini, non ha dubbi: «Lo hanno preso quelli della marina, a un posto di blocco, magari pensando che faccia parte dell’Ltte, ma mio genero non è un terrorista». L’Ltte (Liberation Tigers of Tamil Eelam) è il partito armato delle “tigri” tamil che controlla alcune zone del Paese rincorrendo un impossibile sogno separatista.
Nella sporca guerra che si sta riaccendendo nello Sri Lanka, fra “tigri” e governativi, sono riprese anche le sparizioni, che all’inizio del conflitto, negli anni Ottanta, hanno riguardato migliaia di persone. «Il furgone bianco che porta via la gente è tornato», sussurrano i tamil riferendosi al sistema dei rapimenti notturni di ieri e di oggi. Molti giurano che uomini armati e mascherati portano via le loro vittime con il calare delle tenebre caricandole su un furgone bianco. La polizia e l’esercito, che nelle zone tamil piantonano ogni angolo di strada, sembrano non veder nulla.
Il comitato internazionale della Croce rossa ha ricevuto 350 denunce di sparizione solo lo scorso ottobre, quando nei due villaggi ricostruiti dal Giornale sono state portate via sette persone in quindici giorni. Due le hanno trovate cadaveri, con evidenti segni di tortura a Trincomalee, il capoluogo della zona. Secondo altre organizzazioni umanitarie, i casi di sparizione ed esecuzioni sommarie sono 965 negli ultimi mesi, da quando il conflitto è riesploso.
I sospetti si concentrano sulle milizie del colonnello Karuna, un ex comandante delle “tigri”, che ha disertato passando ai governativi. Il suo vero nome è Vinayagamoorthi Muralitharan e ora ha fondato un partito che sta aprendo sedi in tutta la zona orientale dello Sri Lanka abitato dai tamil.
Nella zona di Batticaloa, roccaforte del colonnello, il famoso furgone bianco si muove per portare via soprattutto bambini dai 13 ai 15 anni: andranno nella nuova milizia armata di Karuna. Una pratica adottata anche dalle “tigri”, che nei loro campi al nord addestravano i tamil fin da piccoli. Lo ha denunciato a Colombo Allan Rock l’inviato speciale dell’Onu per i bambini nei conflitti armati.


In altri casi le sparizioni servono a tagliare l’erba sotto i piedi alle “tigri” e terrorizzare la popolazione tamil che appoggia il movimento separatista. A Kattokulam, Kasi Kanthaiya ci ha descritto con dovizia di particolari come due uomini armati hanno portato via suo figlio il 23 ottobre scorso.

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