Valter Pagliarulo
Il mercato del mattone continua a godere buona salute. Soprattutto dal punto di vista delle transazioni. Nel primo trimestre di quest'anno le abitazioni compravendute sono state 122mila, con una crescita dell'8,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorsi. Nelle otto maggiori città italiane, ha segnalato l'Agenzia delle Entrate, la crescita delle compravendite di abitazioni ha sfiorato il 10%, con 22.170 transazioni. Il risultato migliore è stato raggiunto da Firenze (+16,5%), seguita da Genova (+15%), Milano (+13,8%) e Roma (+10,2%).
Al trend positivo delle compravendite fa da contraltare un andamento ancora languente dei prezzi. Secondo l'indice elaborato da idealista.it, il prezzo delle case di seconda mano in Italia ha registrato un calo dell'1,3% nei primi tre mesi dell'anno, toccando i 1.869 euro al metro quadro. Secondo Vincenzo De Tommaso, dell'ufficio studi del portale Internet, «la casa è tornata tra gli interessi degli acquirenti, ma la tendenza dei prezzi non s'inverte». Il perché è presto spiegato: da una parte un parco immobiliare un po' agée dall'altra una pressione fiscale devastante sulle seconde case che spesso costringe i proprietari a svendere pur di pagare ogni tipo di balzello su un immobile che non porta in reddito. Ecco perché, a eccezione di Firenze (+1,1%) e Bologna (+0,5%), tutti i grandi mercati metropolitani hanno registrato una contrazione del valore medio, anche se più contenuta rispetto ai centri minori. Una caratteristica che ha accomunato Milano (-2,4%), Roma (-1,2%) e Napoli (-0,9%).
Tra compratori e venditori non ci sono solo le agenzie immobiliari, ma soprattutto le banche. L'incremento delle compravendite - dato innegabile - è trainato dal basso livello dei tassi che rende più vantaggioso finanziarsi attraverso un mutuo ipotecario. Nei primi tre mesi del 2017 le richieste di finanziamento per l'acquisto della casa sono aumentate del 17%, mentre i valori erogati hanno mostrato un aumento ancora maggiore, pari al 21%. Parallelamente il valore degli immobili oggetto della richiesta si è nettamente ridotto fermandosi appena sopra i 224.000 euro, ha spiegato l'Osservatorio sui mutui di Facile.it e Mutui.it. Secondo l'analisi, se diminuisce il valore medio dell'immobile aumenta invece quello delle somme richieste, anche se di poco. Nel primo trimestre 2017 la cifra che gli aspiranti mutuatari hanno provato a ottenere dalle banche è stata pari a circa 132.500 euro, il 5% in più di quanto non accadesse nel 2016. Anche l'erogato è cresciuto più o meno con lo stesso passo (+4%) arrivando a circa 123.100 euro. Nel periodo di riferimento sono state indicizzate con tasso fisso il 78% delle richieste, con il variabile il 18,5%. Pressoché invariati durata del finanziamento (21 anni) ed età del richiedente (40 anni).
L'Osservatorio di MutuiOnline.it, invece, ha messo in evidenza che nello scorso mese di maggio il tasso medio sulle nuove erogazioni a 20 anni a tasso fisso si è attestato al 2,34%, mentre sulla stessa duration il variabile si è mantenuto all'1,07 per cento. Stabilità è il termine giusto perché, a grandi linee, la curva dei tassi tende a restare della stessa inclinazione con rialzi e ribassi minimi a livello mensile. La competizione tra istituti, vista la forte richiesta, è un elemento a vantaggio del richiedente. Ad esempio, se consideriamo un lavoratore dipendente di 45 anni con un reddito di 2mila euro netti mensili che intende acquistare a Milano un immobile del valore di 300mila euro richiedendo un finanziamento ventennale di 200mila euro avrà l'imbarazzo della scelta.
Tra Intesa Sanpaolo (mutuo Domus), Unicredit (mutuo Valore Italia, Iw Bank di Ubi, Widiba di Mps, WeBank di BancoBpm (mutuo Facile) e Hello Bank di Bnl-Bnp Paribas (mutuo Hello Home) le differenze sono centesimali. E in filiale è sempre possibile negoziare qualche vantaggio in più.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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