Il caso Bari, le scosse e la "preveggenza" di D'Alema

La fonte delle possibili "scosse" a Berlusconi va ricercata in ambienti baresi. Nel capoluogo pugliese, a partire dai primi anni '90, D’Alema avrebbe garantito più di una carriera politica. Si tratta di ex magistrati, oggi tra le file del Pd, che si occuparono di indagini vicine all'ex Ds

Il caso Bari, le scosse e la "preveggenza" di D'Alema

Bari - L’aveva detto l’altro ieri, il ministro Raffaele Fitto, che c’entrava Bari con le nuove "scosse" che, secondo il leader del Pd Massimo D’Alema, "doti di preveggenza" di D’Alema, Fitto aveva infatti individuato, "preveggente" a sua volta, la fonte di conoscenza delle possibili "scosse" a Berlusconi in "ambienti baresi in cui a partire dai primi anni Novanta, D’Alema ha improvvisamente (ma provvidenzialmente anche per lui) garantito più di una carriera politica a chi faceva tutt’altro mestiere".

Riferimenti chiari, quelli del ministro e da lui stesso fatti più volte, a due ex magistrati, attuali esponenti del centrosinistra, il senatore Alberto Maritati e il segretario regionale del Pd e sindaco di Bari, Michele Emiliano, oggi candidato a subentrare a se stesso contro il deputato Pdl Simeone di Cagno Abbrescia: indagini di cui Maritati ed Emiliano si occuparono "a partire dai primi anni Novanta" hanno entrambe "sfiorato" in un caso D’Alema e nell’altro esponenti del suo governo. Vicende che, d’altro canto, il ministro aveva ricordato con durezza, insieme con altre, ancora nell’aprile scorso, esponendo il proprio pensiero su una questione giudiziaria che lo riguarda personalmente.

Maritati, due volte sottosegretario nei governi del centrosinistra (una volta con D’Alema premier, una volta con Prodi), nei primi anni Novanta fu tra i pubblici ministeri della cosiddetta "Operazione Speranza", indagine che provocò in Puglia molte polemiche su più livelli. D’Alema e l’esponente dell’allora Msi-Dn Pinuccio Tatarella, imputati per contributi illeciti ai partiti, uscirono dalle indagini, senza che si fosse mai saputo che vi erano entrati, quando "scattarono" i termini della prescrizione, nella primavera del 1995. Un’altra ottantina di persone - tra i quali gli ex esponenti di Dc e Psi Vito Lattanzio e Rino Formica - sono rimasti imputati per anni.

Nel maggio 2003 nell’ultimo processo scaturito dalla "Operazione Speranza" le ultime assoluzioni (in primo grado) per una trentina di persone. Tra i quattro pm di "Operazione speranza" c'era anche il sostituto procuratore Giuseppe Scelsi, che oggi dirige l’indagine nella quale sarebbero emerse storie di "ragazze a pagamento" per feste con Silvio Berlusconi. Emiliano ha lavorato nella procura barese sino al 2003 e a Bari nel 2004 è stato candidato sindaco dal Pds ed è stato eletto. Per circa quattro anni, dal 2000 al 2003, Emiliano ha diretto indagini sulla cosiddetta Missione Arcobaleno, voluta nel ’99 in Albania dal governo D’Alema. Già nel 2003 Fitto stigmatizzò la scelta di D’Alema di candidare Emiliano, rimproverando a quest’ultimo di fare "campagna elettorale con la toga addosso".

Fitto sottolineava allora che nell’indagine su 'Arcobaleno' erano "coinvolti componenti e funzionari di rilievo" del governo D’Alema "e parlamentari ed ex parlamentari proprio del partito dell’ex Presidente del Consiglio".

L’indagine su "Arcobaleno" si è conclusa solo pochi mesi fa: nell’ottobre 2008, a quasi nove anni di distanza dagli arresti disposti per lo scandalo legato alla gestione degli aiuti umanitari, ha condotto al rinvio a giudizio di 17 persone.

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