Caso Vernarelli: ascoltati i vigili

«Ho fatto una ca...ata». È quanto disse ad alcuni vigili urbani Friedrich Vernarelli, l’uomo di 32 anni accusato di essere il pirata della strada che la notte tra il 17 e il 18 marzo scorsi investì e uccise due turiste irlandesi, Mary Clare Collins e Elizabet Ann Gubbins, sul Lungotevere, nei pressi di Castel Sant’Angelo.
La circostanza è stata riferita ieri da due agenti della municipale, Enzo Zazza e Pietro Grandoni, sentiti come testimoni al processo. L’udienza è stata dedicata alle audizioni del personale del Corpo, intervenuto quella notte. Tutti gli operatori hanno dichiarato che il pirata, la cui auto, dopo l’investimento delle due straniere, impattò dapprima contro un’altra in piazza Adriana e, successivamente, in via Virgilio, apparve «frastornato se non assente».
Il giovane dopo l’incidente, si sarebbe lasciato andare, secondo le testimonianze fatte ieri, a una ammissione: «Ero io alla guida».

Ora sostiene, invece, che non era al volante della Mercedes, ma che c’era un amico ungherese. Su questo punto è intervenuto Luciano Di Stefano, anche lui vigile, il quale raccolse la deposizione di un testimone, l’americano Carlos Ruiz. È stato lo straniero a ripetere che alla guida non c’era Vernarelli.

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