Cassazione, dare del "cretino" è ingiuria. Anche tra i politici  

Gli ermellini confermano la condanna per ingiurie - e 300 euro di multa - a un consigliere comunale siciliano: non è critica politica

Cassazione, dare del "cretino" 
è ingiuria. Anche tra i politici  

Roma- Esprimersi con educazione è un dovere, soprattutto nell'agone politico. E quindi non è lecito chiamare "cretino" un avversario di partito, sostenendo che si tratti solamente di esercizio del diritto di critica. Lo sottolinea la Cassazione, confermando la condanna per ingiurie ad un consigliere comunale siciliano che durante una seduta consiliare aveva detto ad un altro "Ti stai comportando da cretino". L’uomo, che era stato condannato al pagamento di 300 euro di multa e al risarcimento dei danni, ha fatto ricorso sostenendo che l’insulto rientrava nel "diritto di critica politica".

Desensibilizzazione verso termini offensivi I giudici hanno però respinto il ricorso argomentando che "la tesi sull’esistenza nella nostra democrazia di una superiore area (il confronto politico) in cui si sarebbe sedimentata - grazie ad un lessico fatto di ingiurie reciproche - una sorta di desensibilizzazione ai termini offensivi che perderebbero così rilevanza penale" si collega ad una "concezione degradante della gestione dei pubblici

poteri in cui i rappresentanti della democrazia potrebbero esprimere le proprie opinioni con strumenti vietati dalla legge, invocando un trattamento di favore" che è "un’inammissibile diseguaglianza dinanzi alla legge".

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