Il Cav si difende: "Mai pagato donne Relazione stabile dopo la separazione"

Il Cav replica alle accuse sul caso Ruby: "Infondate e risibili". E rilancia: "Il Paese non è libero, ora si riformi la giustizia". Il messaggio del premier ai Promotori della libertà (guarda il VIDEO). Il Senatùr assicura che il governo non è a rischio ma avverte: "Se Silvio è minacciato, il voto si fa più vicino". Palamara incalza: "Giudici strumentalizzati dal 1992". Ma il Pdl denuncia: "Così delegittimano il governo, Fli non cavalchi l'attacco". Premier dai pm, i legali: nessuna decisione

Il Cav si difende: "Mai pagato donne 
Relazione stabile dopo la separazione"

Roma - "E' assurdo soltanto pensare che io abbia pagato per avere rapporti con una donna. E' una cosa che non mi è mai successa neanche una sola volta nella vita. E' una cosa che considererei degradante per la mia dignità". A pochi giorni dalle accuse sul caso Ruby, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi torna a difendersi spiegando che "non è un paese libero quello in cui alcuni magistrati conducono delle battaglie politiche usando illegittimamente i loro poteri contro chi è stato democraticamente chiamato a ricoprire cariche pubbliche" (messaggio integrale). Ma, mentre sale la tensione tra il premier e la magistratura, è il leader leghista Umberto Bossi a chiedere di "lasciare paerdere lo scontro con i giudici".

La battaglia dei giudici contro il Cav Se a caldo il Cavaliere aveva parlato di "tempi sospetti" per le nuove accuse dei pm milanesi sul caso Ruby. Ora Berlusconi chiarisci il "disegno politico" di una certa magistratura. Un disegno che si compie nelle mosse degli ultimi giorni. "A questi pubblici ministeri non è evidentemente piaciuto il voto di fiducia del 14 dicembre tanto che, subito dopo, mi hanno iscritto nel registro degli indagati - ha spiegato il premier - a quegli stessi Pm non è piaciuta nemmeno la decisione della Corte Costituzionale al punto che, il giorno successivo alla sentenza della Consulta, con una tempistica perfetta, hanno reso pubbliche le loro indagini". Lo dimostra il fatto che "il dirigente della polizia che sarebbe stato 'concusso' nega di esserlo mai stato" e che la stessa Ruby "nega di aver mai avuto avances e tantomeno rapporti sessuali" ma rivela di "essersi presentata a tutti come una 24enne".

La difesa di Berlusconi Nel video messaggio ai Promotori della Libertà Berlusconi ha replicato punto per punto alle accuse avanzate dai pm milanesi smontando così la tes giudiziaria. "Del resto io, da quando mi sono separato - ha continuato il presidente del Consiglio - ma non avrei mai voluto dirlo per non esporla mediaticamente, ho avuto uno stabile rapporto di affetto con una persona che ovviamente era assai spesso con me anche in quelle serate e che certo non avrebbe consentito che accadessero a cena, o nei dopo cena, quegli assurdi fatti che certi giornali hanno ipotizzato". A questo punto, ha puntualizzato il Cavaliere, "occorre fare immediatamente le riforme, tra cui anche quella della giustizia, che rendano il nostro Paese anche sotto il profilo della tutela dei diritti fondamentali di ogni cittadino simile alle altre grandi democrazie". E ha, infine, assicurato: "Noi ci impegneremo strenuamente per fare tutte queste riforme".

Una giustizia con finalità politiche "Ancora una volta la giustizia è stata piegata a finalità di carattere politico, con una volontà chiaramente persecutoria nei miei confronti". Il presidente del Consiglio ha, poi, spiegato che "è gravissimo ed è inaccettabile che, trascorsi 15 giorni, non abbiano mandato gli atti di queste indagini al tribunale come prescrive la legge". "E' gravissimo - ha continuato - che abbiano tentato di accedere ai locali della mia segreteria politica, per ricercare poi chissà cosa, visto che sostengono di avere prove così evidenti da poter richiedere addirittura il giudizio immediato".

Rischio elezioni anticipate "Se Berlusconi si sente così minacciato potrebbe accelerare la corsa al voto". Dopo giorni di pesante silenzio sono le parole del Senatùr a dare la dimensione dello scontro in atto. Anche Bossi sa che i margini sono stretti. Proprio per questo, pur capendo i motivi che lo spingono ad "arrabbiarsi", il consiglio che oggi si è sentito di dare al Cavaliere è stato quello di "lasciare stare la magistratura". Tuttavia il leader leghista è fermamente convinto che l'inchiesta non possa nuocere al Cavaliere. "Purtroppo e per fortuna di Berlusconi - ha aggiunto il ministro per le Riforme - queste vicende gli fanno guadagnare voti, anzi spero di guadagnarli io con la Lega". Bossi ha, infatti, ribadito che "con queste vicende la gente inizia a pensare veramente che sia un perseguitato e dunque gli darà i voti". E quando gli è stato chiesto se a suo parare Berlusconi debba presentarsi dai magistrati, si è limitato a spiegare che dev'essere "lui a scegliere, più va avanti questa storia dei magistrati puiù gli fanno un favore". 

Barricate a difesa delle toghe La frattura si è consumata. E il divario è sempre più ampio. Nelle parole pronunciate ieri dal premier Berlusconi tutto il disappunto per l'ultimo agguato. "Siamo allo scontro finale", ha riassunto il premier a poche ore dal plauso del presidente della Camera Gianfranco Fini per le toghe. E, dopo il pubblico ringraziamento del leader del Fli per una magistratura che "rende più credibile il Paese", è Palamara a correre in soccorso dei giudici. "La magistratura applica la legge senza partigianeria - ha tuonato il presidente dell'Anm - ma dal 1992 in poi abbiamo assistito ad una strumentalizzazione dell’azione giudiziaria, come avviene anche nelle polemiche di questi giorni nelle quali l’operato dei giudici viene ancora messo in discussione". Quindi ha chiesto di "uscire da una logica dello scontro tra politica e magistratura che non porta da nessuna parte".

I responsabili politici e giudiziari Eppure a fomentare lo scontro non è certo il premier. Secondo il Pdl ci sono infatti dei protagonisti politici e dei protagonisti giudiziari. Fallito l’attacco politico del 14 dicembre è stata ordita un'inaudita operazione mediatico-giudiziaria. "I massimi dirigenti del Fli commettono un grave errore se pensano di superare le difficoltà in cui Futuro e Libertà si trova - ha spiegato Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl Camera - cavalcando l’attacco giudiziario che è stato sferrato contro Berlusconi". D'altra parte l'inconsistenza delle prove è stata a più riprese dimostrata dai legali del premier. Secondo Daniele Capezzone, infatti, l'obiettivo è "delegittimare il governo che è stato liberamente scelto e confermato dalla maggioranza degli italiani".

Se le toghe sono politicizzate I numeri parlano chiaro. Nel giro di pochi anni, Berlusconi è riuscito ad accumulare un record "degno di un superboss": 28 processi, 105 inchieste e 2600 udienze. Per questo, il Pdl invita la stessa Anm a interrogarsi su questa "situazione abnorme" che, di sicuro, non giova alla "credibilità della giustizia italiana".

D'altra parte, nel momento stesso in cui il leader del sindacato delle toghe entra in polemica (diretta o indiretta) con la maggioranza politica scelta dagli italiani nelle urne conferma il rischio di politicizzazione a cui la magistratura è complessivamente esposta. "Forse - chiosa Capezzone - non si accorge di parlare come se fosse il capo di una fazione che si contrappone al premier".

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