Il centrodestra: stop alla politica ingorda

da Roma
La proposta del tesoriere della Quercia di reintrodurre il finanziamento pubblico ai partiti fa litigare il centrodestra e soprattutto An. Da un lato l’ex ministro Gasparri che annuncia di avere già presentato un disegno di legge per abolire «ogni finanziamento pubblico anche elettorale ai partiti». Dall’altro Gianni Alemanno, che mette sullo stesso piano la proposta Gasparri e quella di Sposetti definendoli «due opposti estremismi che non servono a dare risposte concrete ed adeguate alle critiche dell’antipolitica». Alemanno considera impossibile l’ipotesi Sposetti «visto che il finanziamento pubblico dei partiti è ormai rifiutato dalla maggioranza degli italiani» ma nello stesso tempo considera quella di Gasparri una proposta «demagogica», che non fa nient’altro «che mettere ancora di più la politica italiana nelle mani dei poteri forti economici e finanziari». E lancia, dal palco di Cortina Incontra dove discute con Gian Antonio Stella, autore del libro La casta, la sua proposta: «Una legge organica che riduca i costi dei partiti ma anche di tutte le istituzioni pubbliche dal Parlamento ai sindacati». La sua ipotesi prevede l’istituzione di un’authority che vigili sulle donazioni ai politici e su tutte le attività politiche e istituzionali per evitare che vengano messi in atto trucchi che eludano ogni controllo». A questa proposta di Alemanno replica lo stesso Gasparri: «Trovo bizzarro che per combattere i costi della politica qualcuno proponga la creazione dell’ennesima Autorità. Oltre ai soldi ai partiti, avremmo le spese per finanziare un carrozzone che li dovrebbe controllare». Sempre Gasparri ricorda che tutta An ha raccolto anni fa le firme per il referendum teso ad abolire il finanziamento ai partiti. Con Gasparri si schiera anche Ignazio La Russa, che critica la proposta di Alemanno. Ancora più contrario al finanziamento pubblico è Francesco Storace: «La Destra (il nome del suo nuovo partito, ndr) è pronta a far barricate nel Palazzo e nelle piazze di tutto il Paese contro ogni tentativo di allargare a dismisura i costi della politica». E ricorda come il suo nuovo movimento politico ha deciso di devolvere il 50% dei proventi delle iscrizioni al volontariato: «Basta - replica l’esponente che ha chiuso polemicamente con il suo partito - con i partiti ingordi che nel deserto delle idee hanno bisogno di quattrini per andare avanti».

Anche il leghista Roberto Cota si schiera contro Sposetti: «Il finanziamento pubblico dei partiti già esiste, visto i rimborsi elettorali che si prendono». E aggiunge ancora più polemicamente: «È chiaro comunque che Sposetti quando parla dei soldi che possono arrivare dai poteri forti al mondo della politica sa benissimo di cosa sta parlando».

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