Il Certain Regard a «Luxury Car» tragica storia di una famiglia cinese

Salvatore Trapani

da Cannes

Consegnati ieri i premi di Un Certain Regard, la rassegna che fiancheggia la selezione ufficiale del Festival di Cannes con un concorso a sé. Il premio è andato al film cinese Luxury Car di Wang Chao. È la storia di una famiglia cinese, dove la vita del padre è stata rovinata dal comunismo e dove la vita dei figli viene rovinata dal capitalismo, simboleggiato dall’auto di lusso cui accenna il titolo. Per rubare la quale si è ucciso e si è pronti a uccidere ancora. Unico bagliore di speranza, un ritorno alla campagna, ma scelto volontariamente, non come punizione, secondo quanto accadde durante i duri anni della Rivoluzione culturale.
Il Premio speciale della giuria è andato a Dieci Canoe di Rolf De Heer, coprodotto dall’italiana Fandango. Una leggenda australiana ricca di poesia, su un giovane principe aborigeno innamorato di una delle mogli del fratello, il re della tribù. A persuaderlo un vecchio saggio, che lo aiuterà a maturare in una difficile scelta. Perché un principe può essere re anche se solo nel cuore... Il premio alla migliore attrice va a Dorotheea Petre per Come ho festeggiato la fine del mondo di Catalin Mitulescu ambientato a Bucarest durante l’ultimo anno di Ceausescu; migliore attore invece, Don Angel Tavira per Il violino di Francisco Vargas, sulla musica come forma di libertà. La giuria era presieduta dal regista e produttore statunitense Monte Hellman e composta dai giornalisti Lars-Olav Beier (Der Spiegel), Maurizio Cabona (Il Giornale), Jean_Pierre Lavoignat (Studio) e Laura Winters (Washington Post) oltre alla scrittrice e regista iraniana Marjane Satrapi. Evento insolito, Monte Hellman si è riservato un premio del presidente della giuria, che ha assegnato a Meurtrières di Patrick Grandperret.
Nella cornice della Quinzaine des Réalisateurs il Premio Arte e Autore va all’attore italiano Kim Rossi Stuart con il suo film d’esordio alla regia, Anche libero va bene.

Ma al Festival francese di tradizione non manca il premio, che più di ogni altro, si può paragonare a un buon Cognac, ovvero quello della Settimana Internazionale della Critica, che va in exequo a Pingpong del tedesco Matthias Luthard (unica presenza tedesca al Festival) e a Le amicizie malefiche del francese Emmanuel Bourdieu.

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