La Cgil: "Alla Sea 900 cassintegrati"

Il segretario Cortorillo annuncia il piano del gruppo: entro il 7 marzo fissate le modalità. Firmato un accordo con i sindacati

Il depotenziamento dell’aeroporto di Malpensa comincia a mietere le prime vittime. Sea, società che controlla i due scali di Milano, ha annunciato l’intenzione di mettere 800 o 900 dipendenti in cassa integrazione. I lavoratori del gruppo sono, in totale, 5.500. A riferirlo è Nino Cortorillo, segretario generale della Filt-Cgil Lombardia, che spiega: «Entro il 7 marzo verranno fissate le modalità, la durata e il numero delle persone interessate». Il gruppo Sea e i sindacati hanno comunque firmato un accordo per arrivare a una soluzione condivisa della situazione di difficoltà causata dal piano Alitalia.
Intanto, i commercianti si mobilitano. «Per l’Italia. Facciamo volare la Lombardia. Sì a Malpensa». Con questo slogan, contro il progetto di depotenziare l’aeroporto, migliaia di operatori del settore terziario oggi esporranno sulle vetrine una locandina per sostenere la lunga battaglia portata avanti dalla maggioranza del Pirellone. Il materiale è stato distribuito attraverso le Ascom provinciali dall’Unione di Milano, che ha il suo quartier generale in corso Venezia. Allegata, una lettera firmata dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, e dal governatore della Lombardia, Roberto Formigoni. «Malpensa è un’infrastruttura vitale per l’intero sistema economico italiano. Cancellare le sue rotte intercontinentali e rinunciare a otto milioni di passeggeri vuol dire non solo soffocare Malpensa, ma – sostengono i sottoscrittori della missiva - minare l’economia italiana alle sue fondamenta». Nella lettera è sottolineato il costo altissimo per il territorio. Da Malpensa, infatti, passa il 70 per cento dei voli business. Solo per l’indotto turistico si stima per la nostra regione un ammanco di 900 milioni. Il cosiddetto «ridimensionamento» comporterebbe, in complesso, perdite pari a 10 miliardi. Oltre a novemila posti di lavoro.
Malpensa – assicurano Sangalli e Formigoni – deve continuare ad essere la forza propulsiva del nostro Paese. Quindi, l’invito ai negozianti a «partecipare alla chiusura simbolica degli esercizi lombardi per le 12 di oggi». Una significativa, seppur breve, interruzione del lavoro. L’iniziativa di Confcommercio Lombardia in collaborazione particolarmente con le associazioni territoriali di Legnano, Rho, Varese, Busto Arsizio, Gallarate, Saronno e Luino, intende manifestare tutto l’appoggio del settore commerciale e turistico lombardo all’impegno della Regione, in difesa dell’hub milanese. «Bisogna saper distinguere – sostiene Carlo Sangalli – tra il destino di Alitalia e quello di Malpensa. L’aeroporto è interesse del Paese, un patrimonio dell’intera nazione e non solo di una parte. Occorre arrivare ad una moratoria per mantenere le tratte che ci sono». Dunque, la potente organizzazione dei commercianti chiama a raccolta gli associati.


«Tutte le regioni economicamente forti d’Europa – termina Sangalli – hanno un hub ed è strano che solo Milano e la Lombardia non lo debbano avere». Un segnale forte, che secondo gli organizzatori della manifestazione dovrebbe arrivare direttamente ai Palazzi romani.

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